Il Cav è sicuro: «A maggio restituirò l'Imu»

Il Cav è sicuro: «A maggio restituirò l'Imu»

nostro inviato a Mirano (Venezia)

Il traffico va in tilt, telefoni e macchine digitali scattano foto a raffica. Lui stringe mani su mani, come ai vecchi tempi. Sembra di essere dalle parti del mitico '94, anche se il tempo è passato, ma soprattutto siamo in quel fazzoletto di terra, il Nord-Est, che non si piange addosso e fa sempre professione di ottimismo. Il cavaliere è a suo agio, declama una letterina alla sinistra perfida fin dall'incipit - «Loro credono nelle tasse» - e conia battute altrettanto frontali: «Molto peggio il banche banche che il bunga bunga». Ogni riferimento allo scandalo che ha travolto il Monte dei Paschi è ovviamente voluto. Ma soprattutto Silvio Berlusconi fissa sul calendario la restituzione dell'Imu: «Intendiamo ridare entro maggio quanti gli italiani hanno versato per l'Imu». E ne chiarisce anche le ragioni: «Sarà un atto di scuse dello Stato verso i cittadini».
È una giornata lunghissima quella del leader Pdl che si snoda nel giardino dell'eccellenza italiana, in quella terra di miracoli economici segnata però dall'esosità del fisco e dai ritardi di uno Stato lontano e rapace. A Campodarsego, in provincia di Padova, il leader del Pdl visita la Maschio Gaspardo, azienda leader nelle macchine agricole, poi, dopo una sosta per il pranzo a Santa Maria di Sala, a casa Ghedini, eccolo di nuovo a Mirano, nella villa settecentesca che ospita il quartier generale della Green Power, altro prodigio sul versante delle energie rinnovabili, ancora più impressionante perché la società è nata nel 2010, quando tante industrie chiudevano. Da queste parti si va in controtendenza. E non ci arrende mai.
È ottimista anche il Cavaliere, ma non dimentica la situazione. E prova a dare il suo sostegno alle imprese italiane che non ce la fanno e alle famiglie che arrancano, sotto un diluvio di imposte.
Come rimediare? Lui parla dell'Imu e attacca Equitalia. È da lì che parte la sua riflessione offerta al Nord-Est che non si piega. A Campodarsego si rivolge direttamente agli imprenditori: «Su 360mila aziende che hanno chiuso, mille al giorno, sono più quelle che hanno chiuso perché non avevano i soldi per pagare le imposte che quelle che hanno chiuso per mancanza di entrate». Sembra un paradosso, è una fotografia dei guai tricolori: certo c'è stato un calo della competività negli ultimi quindici anni, ma il nostro export, formidabile, resta il secondo d'Europa. È il fisco che uccide il nostro comparto industriale «Non si sono fermati davanti a nulla per recuperare quattrini - aggiunge il Cavaliere riferendosi ad Equitalia - hanno fatto danni enormi» In questo modo lo Stato viene percepito come «ostile e nemico». Una situazione insostenibile. E allora ecco due proposte, due interventi scioc per dirla con il linguaggio corrente. Il primo è una rifondazione di Equitalia: «Vanno radicalmente trasformati i metodi violenti e i criteri di polizia fiscale che il Governo Monti ha imposto a questa agenzia».
In questa chiave il Pdl pensa anche a un condono: via le sanzioni che gli imprenditori devono pagare per non essere riusciti a stare dietro alle imposte. Poi, ecco il secondo passo, il più clamoroso: «Intendiamo abolire l'Imu nel primo Consiglio dei ministri e intendiamo restituire agli italiani entro maggio quanto hanno versato come imposta sulla casa, che è sacra ed è il pilastro su cui ogni famiglia ha il diritto di costruire il proprio futuro».
Lo Stato chiederà scusa agli italiani. È questo il pensiero del Cavaliere Che subito dopo artiglia la coppia Monti-Bersani: «Si sono sposati a Berlino con la benedizione della Merkel. Auguri». La sinistra è sempre la stessa, come afferma nella letterina che legge con impegno davanti a centinaia di persone e ai dipendenti della Green Power, arrivati in pullman. «Monti e Bersani - osserva Berlusconi - sono pronti a collaborare dopo le elezioni». Insomma, il Cavaliere invita l'opinione pubblica ad andare al sodo: «Se uno pensa di votare Fini, Casini, Monti, Giannino, tanto vale che voti direttamente il Pd».
Potrebbe bastare, ma il Cavaliere non trascura neppure l'insidia che di questi tempi toglie il sonno a tutti i leader Il Movimenti 5 stelle. «Grillo - improvvisa - Grillo, come si chiama? Scusate con l'età che ho... Grillo segue sempre lo stesso copione.

Ho studiato un suo comizio al Nord, uno al Centro e uno a Palermo, fa sempre le stesse battute, dice sempre le stesse frasi a effetto» - e prova ad imitare la sua cadenza ligure - ma attenzione: la gente che vuol votarlo perché non ne può più degli scandali, dei Fiorito, dei Lusi e dei Penati, non sa che l'85 per cento dei suoi candidati ha già fatto politica nell'ultrasinistra e nelle liste No Tav». Altro che nuovo. «Eccola lì - s'illumina a Mirano osservando una bandiera di Forza Italia - quella proposta è ancora attuale». E vent'anni dopo, il Cavaliere riparte ancora dalla rivoluzione liberale.

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