Il Cav stanco delle liti: basta con il teatrino Ma la tregua traballa

Romani a Fitto: "Non fare come Alfano". L'ex governatore replica: "Sei ridicolo, l'unica cosa che non farò mai è lasciare il partito". Sullo sfondo la corsa a coordinatore azzurro

Il Cav stanco delle liti: basta con il teatrino Ma la tregua traballa

Neanche ventiquattrore. Tanto regge - sempre si possa dire che abbia retto - la tregua che Silvio Berlusconi prova a imporre a un partito ormai sfilacciato e diviso in fazioni. Una giornata che sembra scorrere via tranquilla fino a quando a Tgcom24 Paolo Romani invita Raffaele Fitto a «non fare come Alfano». Parole che provocano la dura reazione dell'ex ministro, convinto che l'obiettivo di chi è contrario alle primarie per l'individuazione dei dirigenti azzurri sia proprio quello di spingerlo fuori dal partito. Ecco perché il neo eurodeputato mette nero su bianco quel che pensa: «Sono veleni, bugie e falsità letteralmente surreali». Con un sovrappiù, visto che con i colleghi parlamentari che hanno occasione di sentirlo durante la giornata non ci gira troppo intorno. «Ho avvertito chi di dovere e chi parla con chi di dovere. Da domani - assicura un Fitto piuttosto battagliero - non si scherza più. Da domani le cose le dico come le penso senza preoccuparmi troppo delle buone maniere». Ce l'ha con Romani - che nella nota definisce «ridicolo» - ma pure con Alessandro Cattaneo, che intervistato dal Corriere si è detto convinto che le uscite di Fitto siano dettate da «dinamiche personali». Proprio lui, confida l'ex governatore della Puglia a un collega, che un anno fa «era in ginocchio da Monti per ottenere un seggio...». Ecco, «visto che cose come queste le sanno anche i sassi da domani comincio a dirle io».
Nel braccio di ferro dentro Forza Italia, insomma, Fitto non ha intenzione di arretrare. Di uscire dal partito non se ne parla, perché - ripete - «non sono né Alfano né Fini». Anzi, l'ex ministro è pronto a fare «l'opposizione interna». E lo si capisce chiaramente dalla lunga nota di ieri: «Spaccare Forza Italia? Creare nuovi gruppi parlamentari? Contatti con partiti dell'attuale maggioranza di governo? Solo veleni, bugie e falsità letteralmente surreali». E ancora: «Il problema non sono io. Sarà bene, anziché preoccuparci di me, parlare di Renzi». Sullo sfondo, in verità, sembra esserci la partita per chi sarà il futuro coordinatore azzurro. Non a caso Fitto ha già in programma una serie di appuntamenti sul territorio (ha iniziato proprio ieri sera dalla sua Maglie, in Puglia) e pure Giovanni Toti pensa di fare lo stesso al Nord.
Da Arcore, Berlusconi assiste alla contesa. Per lui una domenica in famiglia, in compagnia dei figli e della compagna Francesca. E il solo sentir parlare di primarie ha lo stesso effetto della kryptonite su Superman. È anche per questo che si sente di sposare le posizioni di chi, come Toti, pensa che Fitto stia sbagliando tutto. In pubblico tace, ma in privato l'ex premier non risparmia critiche all'ex governatore. Dovremmo occuparci di cose concrete, di programmi e di proposte da presentare a Renzi. Invece «sono costretto ad assistere a questo teatrino». Ecco perché Berlusconi è tornato a predicare cautela.

La sua convinzione è che Fitto si stia emarginando da solo all'interno del partito, ma - è il senso dei suoi ragionamenti - si tratta di una vicenda politica che va risolta nelle sedi competenti. Nell'Ufficio di presidenza in programma la prossima settima, dunque. Dove l'ex ministro è decisamente in minoranza.

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