Il Cav è tornato per vincere: "Recuperati già dieci punti"

Repubblica: "Pd avaniti di 12 punti". Ma Berlusconi smentisce: "Pari al Senato, noi indietro di 5 punti alla Camera". E prapara una proposta choc per l'economia

Il Cav è tornato per vincere: "Recuperati già dieci punti"

"Noi abbiamo altri sondaggi. In poche settimane abbiamo fatto un piccolo miracolo recuperando 10 punti, ora c’è un margine davvero stretto con il competitore". Intervistato alla Telefonata di Maurizio Belpietro Silvio Berlusconi ha contestato i sondaggi pubblicati oggi da Repubblica secondo l'asse tra il Pd di Pier Luigi Bersani e il Sel di Nichi Vendola sarebbe avanti di dodici punti. Secondo i sondaggi di cui disponde il Cavaliere, ci sarebbe invece un distacco "inferiore di cinque punti alla Camera" e una differenza "inesistenete in numero di seggi al Senato" perché "nelle tre regioni più importanti" sarebbe in testa il Pdl alleato con la Lega Nord.

Repubblica è passata all'attacco. Mentre, a un mese dal voto, la maggior parte di commentatori e analisti rileva la rimonta del Cavaliere, che è stato capace di risollevare le sorti del centrodestra e limare il distacco con la sinistra, la Repubblica sfodera un sondaggio condotto nei giorni scorsi da Demos per demolire i successi dell'ex premier. Secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro, il Pd sarebbe il primo partito in Italia arrivando a sfiorare a Palazzo Madama addirittura il 35%. Il Cavaliere viene inevece collocato a quota 18%, Mario Monti al 16% e il leader del Movimento 5 Stelle Grillo al 13%. In realtà, quando lo scandalo del Monte dei Paschi non era ancora esploso, il divario tra le due coalizioni più importanti è di gran lunga differente: al Senato il distacco è pressoché inesistente, mentre a Montecitorio potrebbe anche essere inferiore ai cinque punti. Un risultato del genere, però, creerebbe un forte immobilismo. Tanto che molti temono in eventuali "inciuci". Inciuci contro cui Berlusconi pone un categorico "no". "La differenza tra noi e la sinistra - ha spiegato il Cavaliere - è sempre quella sulle tasse, perché la sinistra vuole mantenere l’Imu, di aumentare l’Iva e mettere la patrimoniale. E questo ci divide da loro". Oltre allo smisurato amore tasse, Bersani ha anche un altro punto debole che sono gli alleati che si è scelto. "Mi chiedo cosa mai potrà combinare una maggioranza che va da Venola a Casini, passando per Monti e Fini - ha continuato l'ex premier - e che ha nella Cgil l’azionista di maggioranza". Non a caso il Financial Times, quotidiano della City che tanto piace alla sinistra, ha già espresso nei giorni scorsi "una sentenza di sfiducia preventiva su Bersani e sul suo governo".

"Ora nessuno può criticare le nostre liste ed in effetti i sondaggi ci stanno premiando", ha continuato Berlusconi sottolineando la "linea dura" del Pdl nell’escludere gli indagati dalle liste. "Sono stati diversi gli amici parlamentari - ha spiegato - a farsi indietro con un atto di grande generosità, evitando così che la sinistra, i giornali e le televisioni potessero usare strumentalmente le nostre liste e causarci una caduta di consenso". Ai microfoni di Canale 5, Berlusconi è quindi tornato a difendere gli "esclusi" come l'ex sottosegretario Nicola Cosentino: "Si tratta di persone pulite e di valore che hanno avuto il solo torto di essere aggrediti da magistrati politicizzati di sinistra". Adesso che le liste sono state chiuse, l'ex presidente del Consiglio vuole puntare tutto sui contenuti e sul programma per andare a stanare la sinistra che, in caso di governo, metterà subito una patrimoniale e farà una manovra da 7 miliardi di euro. "Se la Confindustria desidera vedere attuate certe politiche per la crescita dovrà per forza convergere sul nostro programma che prevede di arrivare alla graduale eliminazione dell’Irap", ha avvertito Berlusconi facendo notare che l'associazione degli industriali ha lanciato la sua proposta economica perché delusa dalla cosiddetta agenda Monti che prevede la prosecuzione di quella politica economica che ha portato il Paese alla recessione.

Durante la Telefonata con Belpietro, il Cavaliere ha quindi confermato di aver in serbo una proposta choc sull’economia: "Mi riservo negli ultimi giorni della campagna elettorale di precisare la nostra posizione su un argomento che sta molto a cuore a tutte le famiglie italiane".

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