Politica

Il Cavaliere decaduto fa decadere il Senato

Le autentiche leadership non hanno bisogno di titoli onorifici: un politico che ha guidato il Paese in quattro occasioni non viene legittimato dall'appartenenza al Parlamento

Il Cavaliere decaduto fa decadere il Senato

L a decadenza del senatore Berlusconi, come suona oggi questa frase? Non è più un titolo di giornale, non è più un tema dell'agenda politica, sembra quasi un saggio riguardante una vicenda da Camera alta risorgimentale. «Abbiamo votato la decadenza...», ha rimuginato ieri Stefano Fassina, portabandiera dell'anima ex Ds del Partito democratico, memoria storica a sua insaputa di un fatto avvenuto soltanto lo scorso 27 novembre e già lontano anni luce quanto a conseguenze politiche effettive. D'accordo, il senatore Berlusconi Silvio è stato depennato dagli annali parlamentari, un fatto che al fronte anti Cav ha fruttato una gioia tanto sguaiata quanto effimera, come un gol da cineteca segnato in una partita agostana di coppa Italia. La realtà è che le autentiche leadership, come la storia insegna, non hanno bisogno di convalide e titoli onorifici: un politico che ha guidato il Paese in quattro occasioni non viene legittimato dalla appartenenza o meno a un ramo del Parlamento. Anche in termini giornalistici, il «senatore Berlusconi» non ha mai acceso la fantasia dei titolisti fermi al Cavaliere o al Caimano, poi ringalluzziti dal godurioso «pregiudicato» sbandierato con compiaciuta frequenza dalla stampa più ostile. Nei 258 giorni della sua vita trascorsi a Palazzo Madama, l'ex premier è sempre rimasto se stesso e non una figura legata in qualche modo al laticlavio. Sempre presente sulla scena politica, sempre accreditato di percentuali sopra il 20% nei sondaggi su Forza Italia, ma frettolosamente archiviato da chi pensava di averlo cacciato dalla scena con la revoca della poltroncina di velluto rosso. Rieccolo invece progettare l'Italia futura insieme a Renzi, ma anche questa è già una pagina passata alla storia con l'incontro nella sede del Pd. A ben guardare la vera nemesi da mitologia greca è il fulmine dell'Olimpo che va a incenerire il Senato della Repubblica, uno dei tanti totem intoccabili. Proprio al Cavaliere, illustre decaduto di Palazzo Madama, è toccato stipulare l'accordo che degraderà la Camera alta a un Senato delle autonomie senza eletti e senza stipendiati. Qualche decina di senatori hanno espulso lui, ma lui alla fine manderà a casa tutti.

Neanche fosse la prima volta che accade.

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