CELEBRAZIONI

Da «comunista preferito» di Henry Kissinger a baluardo delle istituzioni italiane del nuovo millennio. Fino all’incoronazione come «Re Giorgio». È l’ascesa di Giorgio Napolitano (nella foto) secondo il «New York Times», che lo consacra nel prestigioso ritratto del sabato. Il quotidiano statunitense individua nel capo dello Stato la figura-chiave che ha segnato il passaggio dal «cinematico» governo Berlusconi al «tecnocratico» governo Monti. Secondo la corrispondente Rachel Donadio, la funzione di Napolitano in questa fase è resa ancor più significativa dal fatto che l’incarico di presidente della Repubblica sarebbe soprattutto «simbolico». Un contesto istituzionale che non ha impedito a «Re Giorgio» di dare vita a quello che molti osservatori italiani - definizione ripresa dal «NYT» - inquadrano come «governo del presidente».

L’articolo vengono propone molti elementi della storia politica di Napolitano ed enfatizza il riconoscimento offertogli dalla rivista Wired Italia, che lo ha recentemente insignito del titolo di «uomo dell’anno», con tanto di copertina. Secondo il NYT, Napolitano il mese scorso ha «coronato la sua brillante carriera orchestrando uno dei passaggi politici più complessi della storia italiana del dopoguerra».

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