Ciak alla Camera: dopo i professori arrivano i comici

A Montecitorio si gira "Buongiorno presidente" con Bisio. Incredibile: tutti i deputati in aula. Ma sono solo comparse

Ciak alla Camera: dopo i professori arrivano i comici

Milano - Quante volte osservando i lavori parlamentari si è avuta come l'impressione di assistere ad un film (ai confini della realtà). In questo caso guardando un film, forse si potrà credere di assistere alla vita reale. Se non fosse per tutti quegli scranni occupati, circostanza impossibile da verificarsi nei normali giorni di "lavoro" alla Camera, non ci sarebbe da meravigliarsi nel vedere seduti ai banchi del governo, al posto dei professori, un gruppo di attori comici, e nel ruolo del presidente della Repubblica, quella testa pelata di Claudio Bisio.

Messa in cantina la XVI legislatura, la Camera dei deputati ha aperto, dunque, le porte al cinema. Per due giorni, ieri e oggi, il Palazzo di Montecitorio si è trasformato nel set del film di Riccardo Milani (marito dell'attrice Paola Cortellesi), con Bisio protagonista, Kasia Smutniak co-protagonista e Beppe Fiorello. Titolo: Buongiorno presidente. Il Transatlantico, ormai deserto dopo lo scioglimento delle Camere, ieri mattina era tutto un brulicare di attori, comparse e attrezzature cinematografiche. Le prime riprese hanno visto un Bisio vestito tutto di nero, seduto in aula nello scranno più alto, e finti ministri nei veri banchi del governo, gli stessi che fino a poche settimane fa erano occupati dai Monti's boys. E alcuni deputati, veri, hanno osservato le riprese incuriositi. "Ma veramente Bisio fa il presidente della Repubblica?", chiede Guido Crosetto (Pdl). E un gruppo di deputati Pd ironizzava vedendo le comparse entrare in aula: "Ma hanno fatto le primarie per i parlamentari?". In Transatlantico, oltre agli attori ed agli addetti della produzione, a vigilare sulle riprese c'erano i commessi di Montecitorio e i giornalisti parlamentari abituati ad avere a che fare con le sceneggiature quotidiane dei politici di professione.

Il film - recita la trama - racconta di "un presidente della Repubblica eletto in virtù di un grottesco, mancato accordo tra i partiti". Una sceneggiatura che sembra presa pari pari dall'attualità politica, alla vigilia non solo delle elezioni politiche, a febbraio, ma appunto proprio in vista dell'elezione del nuovo capo dello Stato, ad aprile. Periodo, tra l'altro, nel quale è prevista l'uscita del film nelle sale.

Così ieri mattina, invece di Fini, Casini, Bersani, Alfano, e tutti gli altri, a prendere il caffè alla buvette di Montecitorio c'era Bisio vestito da montanaro. La pellicola racconta di un paesano (appunto il comico ligure) che si chiama Giuseppe Garibaldi che, per un errore da commedia all'italiana, si ritrova eletto presidente della Repubblica. Nella scena in programma ieri al Palazzo, si vedeva il presidente Bisio-Garibaldi strigliare per benino il finto governo, con un discorso che poi riceveva gli applausi scroscianti di tutti i deputati.

E la memoria non poteva che scorrere indietro veloce a tutte quelle scene, vere, viste in quest'ultimo anno trascorso in aula, con il presidente della Repubblica, sempre vero, nel ruolo di regista di un governo tecnico, ancora vero, messo sul set.

I capelli cotonati del premier, i discorsi al rallentatore con la voce robotica, i ministri tecnici più politici dei politici, i decreti che un po' salvano e un po' ammazzano, le fiducie date, quelle tolte. Bisio presidente? Magari.

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