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Cinque stelle, inizia la rivolta contro Grillo

I dissidenti cambiano strategia e puntano a fare proseliti. Orellana: molti sono con me

Cinque stelle, inizia la rivolta contro Grillo

Dopo la zampata, ieri Beppe Grillo non è tornato più sulla questione. Ha capito forse che infierire su un senatore amato, per quanto ribelle, potrebbe essere un boomerang mortale. Si è limitato a prendere in giro Domenico Scilipoti, che ha diffidato Grillo e il Movimento per averlo chiamato in causa come esempio negativo nei commenti contro Luis Alberto Orellana, l'ultimo grillino che ha osato contestare la linea maggioritaria: «Sono stanco di leggere sulle agenzie e sui giornali il mio nome utilizzato come sinonimo di trasformista», si è sfogato il senatore del Pdl. «Scilipoti mi ha diffidato», ha ironizzato il comico su Twitter. Su Orellana nessuna parola ieri, solo una sparata contro Equitalia e la «dittatura fiscale» che strangola gli italiani.

Il senatore, «reo» di aver ventilato la possibilità di alleanze future e di dialogo con i partiti, sta prendendo tempo. Secondo qualcuno è un modo per fare la conta, capire quanti sarebbero i grillini pronti a difendere l'ipotesi di un eventuale appoggio del Movimento a un nuovo governo di tutt'altro stampo. Lui, il nuovo dissidente, spiega invece il suo temporeggiare con la grande amarezza per le accuse di Grillo e del blog: «Smentisco di aver deciso le mie dimissioni. Sto invece superando l'amarezza, tanta, grazie agli innumerevoli incoraggiamenti che sto ricevendo e riuscirò, credo, a prendere una decisione con la dovuta calma».

I suoi difensori arrivano soprattutto dal Senato. Un preludio di questa sotterranea spaccatura del resto si era già avuto a giugno, quando nella votazione per eleggere il capogruppo i senatori stellati si divisero praticamente in due: quasi il 50% con il dialogante Luis e poco più della metà con il falco Morra.

Al Senato si parla di almeno cinque senatori d'accordo con la linea di Orellana. Ne basterebbero 7 per formare una nuova maggioranza, in caso di piccola scissione del Movimento. Il problema è invece alla Camera, dove i dissidenti pro-Orellana ci sono, e alcuni sono usciti allo scoperto, ma dove i numeri sono molto più alti, e dunque la percentuale di ribelli, per ora, è più bassa. La senatrice Monica Casaletto ha lanciato la sua solidarietà su Facebook: «Vorrei fare un appello a tutti quelli che conoscono personalmente il cittadino Luis Alberto Orellana: «Fatevi avanti e testimoniate la assoluta fede movimentista di Luis, la sua competenza, la sua passione, umiltà e generosità. Fatelo prima che sia troppo tardi». Si espone, commentando questo post, anche la senatrice Alessandra Bencini: «Louis è una persona importante del gruppo». Sempre su Facebook parte la proposta: Movimento cinque stelle nel governo con Rodotà premier.

Quello che si starebbe verificando in questi giorni è proprio il peso del gruppo degli scontenti: nessuno vuole lasciare il Movimento, ma piuttosto convincere i colleghi che la corsa in solitaria contro tutti in questo momento non ha più ragione di essere. Il che equivale a un tentativo di rivolta contro il padre padrone Beppe. Un altro senatore che continua ad essere critico con la linea di Grillo è Lorenzo Battista. Alessio Tacconi, Tommaso Currò e Walter Rizzetto sono tre deputati non in linea, che spesso in queste ore esprimono opinioni personali.

I guai di Grillo ora sono anche giudiziari. Il Movimento Nuovi Consumatori gli chiede conto delle sue dichiarazioni su parmigiano e prosciutto di Parma «alla diossina», con 35 esposti in altrettante Procure.

I reati ascrivibili a Grillo sarebbero: abuso della credulità popolare, procurato allarme, diffamazione aggravata e non si esclude l'accusa di «attentato all'economia nazionale».

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