
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, questa mattina ha partecipato al Congresso nazionale della Cisl al Palazzo dei Congressi. Con lei erano presenti anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il ministro del Lavoro Elvira Calderone, Luigi Sbarra, ex segretario della Cisl e da un mese sottosegretario al Sud, e il leader di Noi moderati Maurizio Lupi. "Sono qui anche per testimoniare la centralità che il governo attribuisce al dialogo con le parti sociali, il corpi intermedi, i lavoratori, mantenendo come bussola sempre l'interesse generale", ha detto il premier iniziando il suo intervento, non prima di essersi detta "fiera di poter annoverare nella squadra di governo".
Nel suo discorso, il presidente del Consiglio ha ribadito di rispettare la "dinamica del conflitto" tra le parti ma "quando mette al centro i contenuti reali, e non quando la logica è antagonista e massimalista per principio". Questa, ha proseguito, è "una logica che nuoce alle persone, ai lavoratori, alla democrazia, perché non offre risultati. Quando invece si ha la capacità di confrontarsi, anche in maniera, dura sul merito delle cose, come abbiamo fatto spesso, i risultati arrivano", anche quando "la distanza di partenza sembrava incolmabile". Il confronto, ha detto ancora, "è una delle cifre di questo governo e lo abbiamo dimostrato in molte occasioni. Qualcuno ci accusa di essere sordi alle richieste del sindacato e di ignorare e calpestare i bisogni del Paese reale. Ma la realtà dice qualcosa diverso, dice che è stato questo governo a riaprire le porte della sala Verde di palazzo Chigi che qualcuno aveva deciso di tenere chiuse".
L'intervento di Meloni al Palazzo dei Congressi è arrivato in un giorno particolare, i 1000 giorni al governo dall'insediamento nel 2022: "A me sembrano un po' di più, ma sono mille. Un tempo sufficiente per indicare direzione intrapresa e lavoro fatto. Ma io so che sono rigida, e so che bisogna fare di più e meglio". E in questi 1000 giorni, grazie all'esecutivo, mediamente "sono stati creati più di mille posti di lavoro nuovi e a tempo indeterminato" ogni giorno, "per un totale di oltre un milione". La legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese "consegna alla storia quella distruttiva visione conflittuale fra lavoratori e datori di lavoro, fra padrone e operaio, che ha impedito al tessuto economico di liberare tutto il suo potenziale". Questa, ha aggiunto, è "una conquista storica".
Il tema della sicurezza sul lavoro è stato centrale nell'intervento di Meloni, che ha voluto ribadire che "l'obiettivo è costruire una strategia di interventi straordinari per la salute e la sicurezza sul lavoro, perché non è un costo, ma un investimento e un diritto di ogni lavoratore che dobbiamo saper proteggere". E rivolgendosi ai dirigenti della Cisl ha voluto sottolineare che "il patto di responsabilità che avete proposto non può prescindere dalla sicurezza sul lavoro" perché "serve fare di più, ogni vita spezzata e ogni infortunio sul lavoro è una sconfitta per ciascuno di noi". Il premier ha anche ricordato lo stanziamento di 1,2 miliardi di euro su questo capitolo.
Inevitabile un passaggio sui dazi imposti da Donald Trump all'Europa, per i quali Meloni ha dichiarato che "il governo è al lavoro per scongiurare una guerra commerciale con gli Stati Uniti, che non avrebbe senso e impatterebbe soprattutto sui lavoratori". Tutti gli sforzi, ha aggiunto, "sono rivolti a questo, chiaramente in collaborazione con gli altri leader, con la Commissione europea, che la ha competenza su questo dossier". In conclusione del suo intervento ha voluto ribadire la forza dell'Italia nel mondo: "Dobbiamo tornare a gettare il cuore oltre all'ostacolo, dobbiamo tornare a credere in noi stessi, non solo nella capacità di sognare ma anche di realizzare i sogni per non dover inseguire nessuno ma se mai per correre e farti inseguire dagli altri".
In una successiva intervista sui 1000 giorni rilasciata al Tg1 delle 20, il presidente del Consiglio. Il dossier dazi "è nelle mani della Commissione europea. Noi stiamo facendo tutto ciò che è possibile per favore il dialogo e il raggiungimento di un accordo vantaggioso per le due sponde dell'Atlantico", ha spiegato Meloni, aggiungendo che "vada scongiurata in ogni modo possibile una guerra commerciale che non avrebbe alcun senso". Sui risultati di questi quasi tre anni, il premier ha spiegato che "è impossibile raccontare i risultati in qualche secondo, ma io non è che sono fiera di fare da mille giorni il presidente del Consiglio: sono fiera di quello che abbiamo fatto in mille giorni". Nel 2025, sulla sanità, ha proseguito, "ci saranno 10 miliardi in più rispetto al 2022 quando noi ci siamo insediati". La stabilità, infatti, "è importante perché ti consente di spendere soldi in cose serie, non gettarli nei bonus, perché ti consente di avere una centralità, un'affidabilità a livello internazionale, perché ti consente di rassicurare chi investe, perché ti consente di fare le riforme, che quello che stiamo facendo da premierato riforma del fisco, autonomia, riforma della giustizia, ne faremo anche altre e per questo è importante la stabilità".
Sul lavoro, Meloni si è detta "fiera del fatto che in questi mille giorni, ogni giorno mediamente è stato creato sono stati creati oltre mille posti di lavoro a tempo indeterminato per un totale di oltre un milione di nuovi occupati in più, penso che sia un bel risultato".
E sul salario "è vero che l'Italia ha accumulato, soprattutto quando governava la sinistra, un ritardo sul potere d'acquisto dei lavoratori, è un ritardo difficile da recuperare, ma sicuramente la tendenza è cambiata: dal 2023 i salari tornano a crescere più dell'inflazione. Significa che la strada che abbiamo intrapreso è quella giusta".