Il dottor Siviero, farmacista in Colorno, Parma, la sua spending review la fa a fine mese, quando si libera delle ricette rosa evase e non: in trenta giorni accumula un bel mucchietto di prescrizioni sbagliate. Si è fatto due conti e ha scoperto che, con quel che costa allo Stato stamparle, solo nella sua farmacia si buttano via 25 euro di soldi pubblici al mese. Senza contare che anche le ricette corrette sono un vero spreco, residuo di un'era arcaica. Ma che c'entrano quei «pizzini» e le code dal dottore per ritirarli nell'era in cui via mail si può trasmettere di tutto, inclusa una radiografia o un'esame del sangue. Del resto nel nostro Paese non comunicano in Rete nemmeno i computer di due reparti diversi dello stesso ospedale, con le prevedibili conseguenze negative sull'efficienza dei sistemi di cura e sulla perdita di tempo e denaro. Far entrare finalmente la sanità nell'era di internet non solo ci farebbe risparmiare un bel po' di soldi, ma renderebbe anche più facili cure e diagnosi. E scusate se è poco. Basta pensare a come ci ha cambiato la vita il certificato di malattia on line. Ma evidentemente a Palazzo Chigi hanno troppo da fare per occuparsi di queste cose, c'è da decidere come cambiar nome all'Imu.
Caro premier Letta, almeno ci faccia il piacere di non ripeterci, come hanno fatto tanti politici, che è impossibile tagliare ancora la spesa pubblica. Dovesse servirle qualche suggerimento su come fare, si organizzi per fare un salto a Colorno. O meglio mandi una mail al dottor Siviero. A proposito: lei ce l'ha un'indirizzo e-mail, vero?Twitter: giuseppemarino_
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