Roma - «Mi ascoltò, poi mi disse: “Dei leghisti non ti devi fidare”. Rimasi sbalordito». Reazione prevedibilese a pronunciare quel giudizio è Umberto Bossi. «Eravamo all’Hotel La Spiaggia di Alassio, 10 agosto 2010. Gli avevo chiesto un incontro per spiegargli cosa stava succedendo coi soldi della Lega in Emilia» racconta Marco Lusetti, ex vicesegretario del Carroccio regionale ed ex consigliere provinciale a Reggio Emilia, ora ex tutto, come altri epurati padani. «Ho raggiunto Bossi a mezzanotte, dopo Miss Padania, e sono rimasto con lui fino alle sei di mattina, a parlare ». Lusetti aveva scoperto e documentato, con le fotocopie di tutta la contabilità del gruppo Lega in Regione Emilia-Romagna, parecchie stranezze nell’uso dei fondi pubblici, gestiti dall’allora capogruppo regionale Maurizio Parma (ora vicepresidente della provincia di Piacenza). «Tante cose strane. Veniva richiesto rimborso alla Regione per dozzine di cene istituzionali, e invece scoprivamo che erano cene politiche pagate spesso dai partecipanti. Dove andavano a finire i soldi pubblici del rimborso, allora? Poi i rimborsi chilometrici, che venivano gonfiati. Un consigliere regionale della Lega chiese per il tragitto Medesano-Reggio Emilia (58 km) un rimborso per 752 km. Poi decine di consulenze pagate dal gruppo Lega nord senza una prestazione lavorativa chiara. Portai tutto al direttivo nazionale, chiedendo il commissariamento e la rimozione del capogruppo che autorizzava le spese. Ma Alessandri (capo della Lega in Emilia, mentre ieri è stato eletto nuovo segretario il maroniano Fabio Rainieri, ndr ) stoppò la mozione ».Dalla denuncia è invece partita l’inchiesta della Procura di Reggio Emilia.
Lusetti allora chiede udienza in via Bellerio per spiegare cosa accade. Prova a contattare Calderoli, gli manda sms, ma non ha nessuna risposta. Incontra Belsito, il tesoriere federale, che non mostra alcun interesse al dossier di Lusetti, e possiamo immaginare perché (anzi Belsito, come capo del personale, dieci giorni dopo gli manda una lettera di licenziamento). Poi prova con il capo, Bossi, che invece vuole sapere cosa succede. Dopo aver sentito il racconto, Bossi decide il commissariamento della Lega in Emilia, cosa che farà davvero qualche settimana dopo. «Io spiegai la malagestione dei soldi dei rimborsi a livello regionale ma anche federale. Lui capì la gravità della cosa. Mi disse, a me e ad altri quattro, “dei leghisti non ti devi fidare”».
«Sono convinto che lui sapesse cosa stava succedendo anche a livello federale. Ma non aveva più la forza di un tempo, prima della malattia li avrebbe sbattuti fuori tutti a calci. Ma certi equilibri dentro la Lega ormai lo avevano travolto» racconta Lusetti. «Chiesi a Bossi cosa potevamo fare, visto che non ci si poteva più fidare dei leghisti. Rispose con una domanda. Ci chiese: sapete cosa bisogna fare nel rugby per andare avanti? La De Lorenzi, che ha il marito presidente di una squadra, rispose: “Bisogna passare la palla indietro”.
“Bravi!” disse Bossi. Voleva dire che per costruire una Lega sana e pulita bisognava fare un passo indietro, tornare a come era prima. E infatti lui si è dimesso».Ma forse la palla l’ha passata indietro troppo tardi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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