Confesso: sono io l'anima nera di Mpsl'intervento »

di Caro direttore, lo ammetto. Sono mosso da profonda pena e pietà. Soffro nel vedere gli amici giornalisti così disorientati, impegnati a tal punto nella ricerca affannosa di particolari, molto spesso irrilevanti, sul caso Mps per attribuirmi un ruolo, da imbattersi in ogni genere di bufala, anche la più incredibile, da prendere clamorose cantonate. Sono anche ammirato dal grado di fantasia della stampa, che la porta ad aggrapparsi a ogni più labile e improbabile indizio, spesso fornito da una birichina manina di toga vestita, pur di trovare appigli per dare sfogo a certe congetture che giustifichino le favole e le novelle scritte sul mio conto. Per questo, per il mio profondo senso di giustizia e di umana comprensione, per il fatto che di fronte a tanta aleatorietà sarebbe indimostrabile la mia influenza sull'Mps, sulla gestione e le nomine degli amministratori, ho deciso per il bene del Paese, di Siena, della banca e dei suoi dipendenti di fare outing:
1) Io ho deciso di acquistare la Banca 121 a «quel prezzo» con in pancia due formidabili prodotti, «My way» e «For you» che hanno provocato ingenti perdite;
2) Io ho deciso di acquistare la Banca Agricola Mantovana;
3) Io ho deciso di acquistare la Banca Antonveneta a «quel prezzo» ordinando per favore «niente due diligence»;
4) Sono sempre io che ho deciso di acquistare Quadrifoglio Vita da Unipol, rivendendola poi quattro mesi dopo ad Axa. E pazienza se ci abbiamo rimesso qualche euro.
5) E io ho acquistato BiverBanca per poi rivenderla, qualche anno dopo. E pazienza se ci abbiamo rimesso qualche euro.
6) Non potevo poi limitarmi alla Banca perché naturalmente ho deciso anche tutti i fantasmagorici e redditizi (si fa per dire) investimenti della Fondazione Monte dei Paschi, di cui ho gestito la cessione dei pacchetti azionari detenuti e per la quale ho costituito società controllate di grande successo.
7) Poi, non soddisfatto del grado di preparazione del personale della banca, sono sempre io ad avere spedito tutti i quadri e dirigenti, qualche anno fa, a un bel corso di aggiornamento presso il «Borgo della Conoscenza» e pazienza se ciò è costato qualche euro, ma non potevo certo far dormire i miei dirigenti in un albergo a tre stelle.
Dopo di che, ho esclamato «ammazzete quante banche abbiamo!».
In conseguenza di ciò, mi sono seduto come ghost, come componente occulto, un po' fantasma un po' diavolo, nel Cda dell'Mps quale membro aggiunto. Questo, naturalmente, con gli altri membri che erano totalmente ignari di ciò: sedevo a volte fra Caltagirone e Gnutti, altre fra Fabrizi e Bellaveglia, altre ancora fra Sacchetti e Turiddu Campaini (anche lui in incognito: infatti non siedeva lì per tutelare gli interessi delle cooperative, ma bensì quelli di Esselunga).
La sera a cena, in gran segreto, sussurravo indicazioni all'orecchio di Mussari e Pisaneschi, che devo dire sono sempre stati ligi e obbedienti ai miei «consigli», che in realtà erano ordini perentori, come da ogni capo - ufficiale od occulto - che si rispetti.
Proprio per liberarmi l'anima, questo enorme peso sulla coscienza, devo consigliare gli amici giornalisti di non andare a guardare le sole e ingannevoli apparenze, cioè che Siena, la Provincia di Siena e gli altri enti territoriali erano e sono da sempre amministrati dal Pd in modo quasi egemone, e di conseguenza potrebbe sembrare che abbiano nominato la quasi totalità dei membri della Fondazione che a sua volta, insieme agli altri aventi diritto, nominava i membri del Cda. Perché neanche Piero Chiara con la sua mirabile penna e con il suo amore per gli intrecci, protagonisti di molti suoi racconti, riuscirebbe a descrivere i rapporti, i tradimenti, gli intrecci e gli amori di questa piccola-grande città di provincia.
L'abito non fa il monaco e il diavolo - cioè il sottoscritto - ci mette sempre lo zampino: ero sempre io che con magiche pozioni costringevo gli avversari politici a seguire i miei «consigli», le mie direttive.
Di conseguenza il Pd oggi, il Pds ed altri derivati ieri, nulla hanno a che spartire con la gestione di questa «macchina infernale», che si chiami Mps, Fondazione e tutte le società del gruppo. Vittime degli eventi e delle sole apparenze.
Ecco, ho voluto confessarmi, sto dando a Cesare, cioè al sottoscritto, quel che è di Cesare, anche perché spero in una indulgenza. Mi auguro - come ogni pentito che si rispetti - che questa magistratura così severa, inflessibile, indipendente, apolitica e assolutamente riservata, possa generosamente concedermi uno sconto di pena quando dovrà giudicare il reo confesso burattinaio che tutti i fili muoveva nella terra toscana, mai stata rossa malgrado le apparenze.


Mi genufletto non solo al perdono e all'indulgenza della giustizia degli uomini, ma invoco anche quella plenaria, per la quale, tuttavia, dovrò attendere la fine del prossimo Conclave. Anche perché, altra confessione preventiva del diavolino, adesso sono interessato alla scalata dello Ior!

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