Interni

Conte lancia l'ultimatum al Pd: "No al campo largo col Terzo Polo"

Il presidente del M5S avverte il Partito democratico: "Non possiamo lavorare con Italia Viva e Azione, il nostro programma non ha nulla a che vedere con il loro"

Conte lancia l'ultimatum al Pd: "No al campo largo col Terzo Polo"

Il Movimento 5 Stelle ribadisce la totale contrarietà all'ipotesi di un campo larghissimo. Il prossimo segretario del Partito democratico (che verrà eletto attraverso le primarie) sarà chiamato a sciogliere definitivamente il nodo della alleanze, ma da parte di Giuseppe Conte è arrivato un messaggio chiarissimo che può essere interpretato come un vero e proprio avviso al prossimo leader del Pd: "Non vorrei che ipotizzassero di nuovo un campo largo pensando che il M5S possa lavorare con loro, insieme a Italia Viva e Azione. Il nostro programma riformista non ha nulla a che vedere con il loro".

L'ultimatum di Conte al Pd

In sostanza il presidente del M5S non ci ha girato attorno e ha voluto sottolineare ancora una volta l'indisponibilità dei grillini a condividere un'alleanza politica con il Terzo Polo. Conte ha invitato il Partito democratico "ad affrontare il percorso congressuale chiarendo in particolare quale traiettoria politica intravedono, in particolare con riferimento alle altre forze politiche".

Inoltre, pur ribadendo rispetto nei confronti del percorso congressuale affrontato dai dem, ha lanciato una frecciatina in merito alla discussione sul voto online da affiancare a quello classico nei gazebo: "Non mi pronuncio sulle modalità di coinvolgimento degli iscritti. Noi abbiamo sempre sperimentato la democrazia diretta...". Da qui, parlando di "oggettive difficoltà" con cui il Pd sta facendo i conti, ha espresso un augurio al veleno: "Apra una discussione vera, che finora non sembra esserci stata, di visione e identità e non solo per individuare il nuovo segretario".

Il rebus delle elezioni regionali

Conte è intervenuto nel corso della conferenza stampa con Donatella Bianchi, candidata pentastellata alle elezioni regionali che si terranno nel Lazio il 12 e il 13 febbraio. Nei giorni scorsi Alessio D'Amato del centrosinistra aveva lasciato la porta aperta a favore di un accordo all'ultimo momento per un ticket con Bianchi, ricevendo però il veto totale da Carlo Calenda che aveva minacciato di sfilarsi. Il presidente del Movimento 5 Stelle l'ha bollato come un "tentativo fittizio".

L'ex primo ministro ha poi rivangato i rapporti turbolenti con il Pd: nello specifico ha ricordato che quando venne fatto l'appello ai dem per un dialogo sui contenuti "il Pd rispose con una candidatura, dopo la lite tra correnti, di D'Amato individuato dal duo Renzi-Calenda". E ha respinto la narrazione di chi accusa i 5S di aver messo in campo una ripicca: "Non c'è stata nessuna reazione istintiva o emotiva. Facciamo politica guardando al bene dei cittadini".

Discorso differente per quanto riguarda la Lombardia: in questo caso i 5 Stelle correranno insieme al Partito democratico sostenendo la candidatura di Pierfrancesco Majorino. Conte ha rivendicato la scelta intrapresa con una finalità ben precisa: "Il Pd ha scelto con noi di spegnere gli inceneritori, abbandonare le tecnologie obsolete e guardare al futuro nell'ottica della transizione ecologica".

Ma le alleanze miste rischiano di rivelarsi un suicidio politico: per i giallorossi si prospetta l'ennesima disfatta.

Commenti