Se Caselli si vergogna di essere additato come "toga rossa"

Contesta l'etichettatura, ma fa parte di quel gruppo di magistrati che ostentano la propria contrapposizione politica a Berlusconi

Se Caselli si vergogna di essere additato come "toga rossa"

Con tutta la buona volontà, è difficile condividere le ragioni e l'indignazione di Gian Carlo Caselli, che rifiuta di essere, con altri 25 magistrati, classificato come «toga rossa». Non si tratta certo di una «lista di proscrizione», come, con il consueto vittimismo, Caselli vuol fare credere. È una semplice constatazione, giornalistica, non diffamatoria, di Panorama e de il Giornale. Non mi risulta che si sia indignato Caselli quando un esponente della sua categoria professionale è stato ingiustamente, e con evidente intento diffamatorio, considerato vicino alla mafia. Mi riferisco ad Antonio Carnevale. Si trattava non di un'associazione ideale, ma criminale. Perché Caselli non vuole essere considerato «toga rossa»? Per le stesse ragioni per cui, contro ogni evidenza, non voleva che il processo Andreotti fosse definito «processo politico»? E cos'altro era, anche se non si può dire? Si può dire invece che nessuno dei 26 magistrati chiamati «toghe rosse», ha certamente, a partire da Antonio Ingroia, votato centrodestra o Berlusconi. Questo, semplicemente, e non altro, vuol dire «toghe rosse». Con l'inevitabile sospetto che l'animus contro Berlusconi, così come quello contro Andreotti, potesse avere un significato politico. Non si può dire? E si può dire invece, come ha detto Ingroia, che Forza Italia è nata per volontà della mafia? Parole di un magistrato. Ma essere «rossi», nonostante l'apparenza, non è una vergogna; mentre essere mafiosi è certamente un'infamia. Mi pare evidente la differenza.

O Caselli si vergogna di votare a sinistra, e vorrebbe far creder che nel segreto dell'urna vota per il «mafioso» Berlusconi? Dovrebbe essere orgoglioso di essere considerato «rosso». Se ne vergogna? La vede come una posizione non giusta ma faziosa? Vorrebbe essere considerato neutrale? Ma troppi elementi ne smentiscono la neutralità e l'innocenza. Forse Caselli conviene che essere «rossi» è una colpa? Ho letto i nomi che Panorama e Il Giornale, prevalentemente con riferimento a Magistratura democratica e al Movimento per la giustizia, elencano. Hanno forse nascosto le loro posizioni o simpatie politiche? Non hanno diritto di averne? Tra loro c'è Gherardo Colombo, indicato in quota Pd tra i consiglieri della Rai. C'è Pietro Grasso, candidato dal Pd alle ultime politiche. Caselli vuol negare l'evidenza? E non considera il paradosso di trovarsi a difendere un collega con cui ha aspramente contrastato?
Qualcuno può pensare che Giovanni Salvi, Lia Sava, Nello Rossi, Edmondo Bruti Liberati, abbiano manifestato simpatie a destra? E Guido Lo Forte? E Vincenzo Piscitelli? Forse Caselli pensa che un magistrato non deve rivelare il suo orientamento politico? Allora perché scrive, da anni, prima su l'Unità e ora su Il Fatto? Non mi pare che siano molti i magistrati «di destra» che scrivono su il Giornale. La constatazione di Panorama e de il Giornale non è relativa ai magistrati che si sono occupati di Berlusconi, ma alla parte di loro che risulta antagonista. Non è questione di «persecuzione», ma dell'interpretazione e del concetto di «obbligatorietà dell'azione penale». Come mai l'amico di tante toghe (e di Caselli) Travaglio, in base alla «sbandierata obbligatorietà», non è indagato per vilipendio al capo dello Stato, reiteratamente perpetrato?

Caselli vuole impedire ai giornalisti di fare un censimento sulla base delle notizie e delle idee che i magistrati, rivendicandole, non hanno nascosto, contrapponendosi, come lui, non giudiziariamente ma politicamente, a Berlusconi? Con mozione degli affetti, poi, Caselli ricorda Gabriele Chelazzi, morto nel 2003, per difenderne la memoria.

Ma è sicuro che Chelazzi si sarebbe vergognato di essere considerato una «toga rossa»? Cioè, nell'esemplificazione di Panorama e de Il Giornale, non di destra? C'è qualcosa di male a essere magistrati e di sinistra? Leggendo Caselli, che sembra preoccuparsene, il dubbio viene.
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