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Così la sartoria diventa hi-tech

Così la sartoria diventa hi-tech

MilanoRicami certosini, raffinate lavorazioni: la forza della moda italiana, inarrivabile per creatività, sta anche nella sua straordinaria manifattura. Fortunati sono perciò gli stilisti che alle spalle possono contare su laboratori di sartorialità applicata alla tecnologia. Lo hanno dimostrato in modo eccellente Maurizio Modica e Pierfrancesco Gigliotti con la collezione Frankie Morello, prodotta da Gilmar. Un lavoro sofisticato di assemblaggi di materiali come le georgette e le organze unite a tele cerate e zippate prese dal mondo della vela dava vita ieri a una serie di sovrapposizioni dove le trasparenze lasciavano intravedere lavorazioni complesse e applicazioni di pietre nei colori dei rubini, dei turchesi, dei coralli e delle acquamatine.
«Ci siamo ispirati alle creazioni del nobile siciliano Fulco da Verdura che visse tra Parigi e New York e negli anni Trenta creò gioielli che fecero impazzire Coco Chanel e tutte le dive di Hollywwod» raccontavano i designer mostrando ricami allover ma anche stampe metafisiche in omaggio a Fornasetti e a Escher.
La solidità di una struttura produttiva è talmente importante da aver indotto il bravissimo Francesco Scognamiglio a fondare un'azienda dopo anni di produzione in licenza. «Al momento opportuno valuterò l'ingresso di un partner di assoluto livello che ci permetta di passare da bottega artigianale del lusso ad azienda globale di alta gamma» dichiarava il designer napoletano amato dalle dive di Hollywood mentre faceva sfilare una tenera collezione d'ispirazione rinascimentale, con poetiche peonie e straordinari ricami.
Anche Giulia Marani ha le spalle coperte da un'azienda di famiglia che produce cose mirabili. «Un giorno vorrei non essere più una “figlia di”, ma ho solo 29 anni e tanta strada da fare» diceva mostrando i risultati di un percorso creativo che come suo padre Angelo è partito dall'Africa ma si è espresso attraverso la contaminazione di natura e futurismo. Interessanti la maglia laserata e termosaldata con la viscosa del lungo abito blu, le reti con voluti effetti di smagliatura per i pannelli di maglia applicati sui mini dress, il bleached jeans decolorato e ritinto nel giallo lime.
Stessa preziosa alleanza fra creatività e ingegneria tessile si vive da Mantù, linea nata nel 2008 e prodotta da Castor, pregevole azienda mantovana che ha affidato al designer tedesco di origini balcaniche Dzemal Mahmutovic il compito di restituire alle donne i sacri crismi dell'eleganza essenziale ispirata a Mantova e ai suoi tesori. Infatti le stampe e i ricami riproducono alcuni bassorilievi e i tessuti jacquard attraverso effetti di pieno e di vuoto, le superfici degli edifici.
Insomma sul valore del made in Italy non si discute: lo sa bene Nicoletta Spagnoli al timone dell'azienda fondata dalla sua bisnonna che veste persino la duchessa di Cambridge Kate Middleton.

«Un'eleganza parigina e un'allure bon ton con la qualità di un prodotto fatto in Italia: è il segreto della nuova collezione» diceva presentando magnifici cappottini di maglia coordinati all'abito, piccole giacche in tessuti bouclé, deliziosi caftani e panta pijama in seta stampa foulard.

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