Elly Schlein si è fatta tingere i capelli di rosso in diretta a Un Giorno da Pecora. Allora: mantenere una promessa scherzosa, fatta ad un programma che gioca molto coi politici, è una scelta buona e saggia. E poi magari Elly vuole anche cercare di apparire via via più popolare e meno elitaria. Tutto legittimo.
Vista quella scena, però, ieri sera ci siamo sorbiti tutta la trasmissione di Lilli Gruber e stamattina ci siamo scandagliati i social, le agenzie di stampa e i giornali per vedere se da qualche parte i commentatori perbenisti avessero criticato questa mossa diciamo un po’ populista di una leader di partito che si candida, parole sue, a diventare la prossima premier d’Italia al posto di Giorgia Meloni. Non abbiamo trovato nulla e ci scusiamo in anticipo nel caso ci fosse sfuggito qualche dotto editoriale.
Sapete perché?
Perché sei anni fa la conduttrice di Otto e Mezzo fece la paternale a Matteo Salvini ricordandogli che “la forma è sostanza” e che un ministro, un deputato o un segretario di partito non dovrebbe farsi vedere “in mutande”, cioè col costume, in spiaggia. All’epoca critiche simili arrivarono anche da vari editorialisti, tutti convinti che la pancia di Salvini e il suo Papeete fossero indegni per un leader politico. Scriveva Ceccarelli su Repubblica che ci trovavamo di fronte al "crollo della parola politica" e alla fine "del contegno dei capi", di fronte all'evidente "affermarsi di un totalitarismo pop" segnato da quella "astuta necessità di conquistare attenzione e distrarre la gente - e i giornali - dai tanti guai italiani buttandola in abbagliante caciara". Perché il discorso vale per Matteo e non per Elly?
Questo pensiero era sorto già lo scorso ottobre quando la Schlein salì sul palco del Forum di Assago per rappare al fianco di J-Ax. Un domani infatti la segretaria potrebbe diventare premier e allora avremmo a Palazzo Chigi la prima donna che si colora i capelli in diretta radiotelevisiva e duetta con gli Articolo-31. Che poi è una scena non tanto diversa da quella del segretario del Carroccio in console tra cubiste e bagnanti.
Sia chiaro: se Schlein crede che questo possa aumentare la sua popolarità, libera di farlo. Come libero di “girare in costume” era anche Matteo Salvini.
L’unica domanda è per le Gruber di tutto il mondo: perché certe uscite fuori dagli schemi, popolane e popolari, diventano pietra dello scandalo solo se a metterle in pratica è un politico di destra? Dubitiamo che un padre fondatore della Prima Repubblica, di quelli che andavano al mare in giacca e cravatta, si sarebbe mai fatto tingere i capelli in diretta tv. La “forma è sostanza” solo per il Capitano?