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La crisi ammazza gli italiani: i profitti ai minimi dal 1995, altri suicidi a Lecco e Bolzano

A Bolzano e a Lecco la crisi fa altre due vittime. Tra il 2008 ed il 2010 i suicidi per motivi economici sono aumentati del 24,6%, mentre i tentati suicidi del 20%

La crisi ammazza gli italiani: i profitti ai minimi dal 1995, altri suicidi a Lecco e Bolzano

È un dato che fa spavento. Tra il 2008 ed il 2010 i suicidi per motivi economici sono aumentati del 24,6%, mentre i tentativi di suicidio, sempre legati alle difficoltà economiche, sono cresciuti di circa il 20%. Sono i piccoli e medi imprenditori che non ce la fanno più: strozzati dalle nuove tasse, azzoppati da una crisi economica non loro, immobilizzati dai continui rincari sui carburanti e impauriti dall'accrescere dei debiti. Quel 24,6% fa davvero spavento perché è un trend cui l'Italia si sta tragicamente abituando. Solo ieri un imprenditore si è tolto la vita a Roma travolto dalla preoccupazione per il futuro della propria ditta. Lo stesso ha fatto oggi a Bolzano un altro imprenditore a Lecco, mentre a Bolzano un 39enne si è arso vivo nell'auto perché non riusciva a sostenere i suoi debiti.

La preoccupazione resta alta. I dati Istat sono tutt'altro che rassicuranti: nel 2011 la quota di profitto delle società non finanziarie si è attestata al 40,4%, il valore più basso dal 1995, con una riduzione dell’1,1% rispetto al 2010. Mentre la politica si divide sulla riforma del mercato del lavoro, sulle pmi si abbatte una nuova ondata di tasse. Il 2012 ne è infestato: dall'aumento dell'Irpef regionale e comunale all'introduzione dell'Imu, dall'aumento di due punti percentuali dell'Iva al costo eccessivo della benzina. Troppi balzelli, troppe tasse. Gli imprenditori sono in ginocchio. A raccogliere questo grido di dolore è la Cgia di Mestre che ritorna su questa piaga sociale analizzando i dati sui suicidi denunciati alle forze dell’ordine in questi ultimi anni di dura crisi economica. Purtroppo, segnalano i tecnici dalla Cgia, i dati forniti dall’Istat non permettono di riconoscere la professione svolta da queste persone. In termini assoluti, tuttavia, a fronte di 150 suicidi per ragioni economiche registrati nel 2008, nel 2010 (ultimo anno disponibile) i gesti estremi per motivi economici sono saliti a 187, mentre i tentativi di suicidio sono passati da 204 a 245. E il 2012 non è da meno: ogni giorno assistiamo a tragici fatti di cronaca nera che dovrebbero suonare come campanello d'allarme.

Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro ci specula sopra. Come suo solito, fa lo show in Aula e punta il dito contro il presidente del Consiglio. "Monti - dice l'ex pm - hai questi suicidi sulla tua coscienza". Demagogia, appunto. Demagogia che non risolve certo il problema. Perché, come hanno dimostrato anche i dati sul settore delle auto pubblicati lunedì scorso, i pesanti cali sono dati da un mix esplosivo generato dalla crisi economica, dai continui scioperi dei sindacati e dagli eccessivi rincari degli ultimi mesi. Il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi invita le istituzioni a "intervenire con misure emergenziali". "Sicuramente c’è un effetto imitazione e, come spesso succede in questi casi, il denominatore comune di tutte queste tragedie è la crisi economica - spiega Bortolussi - la sua gravità ha suscitato in molti piccoli imprenditori la perdita di sicurezza, solitudine, disperazione e ribellione contro un mondo che si sta rivelando cinico e inospitale". Come associazione la Cgia di Mestre si è già attivata sia a livello nazionale sia a livello regionale per dar vita a un fondo di solidarietà col fine di evitare i suicidi tra i piccoli imprenditori. La Regione Veneto presenterà questa iniziativa già nelle prossime settimane: sul tavolodel governatore Luca Zaia c'è infatti un provvedimento di legge che prevede un plafond di 6 milioni di euro.

"Questa proposta - conclude Bortolussi - costituirà una prima risposta a questa grave emergenza che ha colpito soprattutto il Nordest".

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