«Sono qui da alleata e amica». Angela Merkel, qualsiasi cosa si pensi di lei, dimostra una buona dose di coraggio a presentarsi in una Atene ribollente di collera antitedesca per affrontare con il collega greco Antonis Samaras la delicatissima questione della crisi del debito. Cinquantamila manifestanti ostili hanno atteso la Cancelliera nel cuore della capitale greca, blindato come non mai da oltre seimila uomini delle forze di sicurezza che non hanno comunque potuto impedire scontri nella centralissima piazza Syntagma con frange estremiste decise a scatenare la violenza.
Mentre un elicottero sorvolava la zona, molotov e pietre sono state lanciate da giovani incappucciati contro la polizia, che ha reagito caricando: circa 200 persone sono state arrestate nell'arco della giornata. Tafferugli con qualche ferito sono scoppiati anche tra manifestanti di estrema sinistra e di estrema destra, presenti nella stessa piazza ma accomunati solo dall'odio verso la visitatrice di Berlino. Non sono mancate le scontate provocazioni (prevedibili in un Paese che ancor oggi chiede invano alla Germania risarcimenti per la guerra d'aggressione subita nel 1941), con due bandiere naziste incendiate polemicamente in piazza mentre veniva esposto uno striscione con la scritta «No al Quarto Reich».
Nelle cinque ore che ha trascorso ad Atene in compagnia delle massime autorità greche, la Merkel - che rappresenta lo Stato Ue più esposto negli aiuti concessi alla Grecia per evitare la bancarotta - ha voluto riconoscere lo sforzo compiuto dal Paese più traballante della zona euro, ma ha anche chiesto che le dolorose riforme avviate dal governo Samaras siano condotte fino al raggiungimento degli obiettivi con la massima serietà: questo per «evitare che più tardi le conseguenze siano addirittura più dure». «Gran parte della strada è stata percorsa - ha riconosciuto la Kanzlerin - e io voglio che la Grecia rimanga nell'euro». Rivolgendosi idealmente alle migliaia di manifestanti contrari ai tagli imposti dalle riforme imposte ad Atene, la Merkel ha detto di essere consapevole delle «sofferenze di tanti cittadini in Grecia ai quali è stato chiesto molto» a causa della crisi finanziaria, ma ha aggiunto che la strada dei tagli è «necessaria» per consentire la prosperità delle generazioni future. «Non sono una maestra - ha assicurato - e sono venuta ad Atene per capire e non per dare voti: la Germania sarà un partner su cui la Grecia potrà fare affidamento in futuro». Per dimostrare che non si tratta solo di parole, la Cancelliera tedesca ha citato «due dei numerosi progetti bilaterali tra i due Paesi che possono partire subito, quello sulla riforma del sistema sanitario e quello sulla modernizzazione delle amministrazioni regionali».
Samaras, d'accordo con la Merkel nell'escludere l'opzione dell'uscita del suo Paese dall'euro, ha assicurato che «sebbene la Grecia stia sanguinando» il suo governo «è determinato ad adempiere ai suoi obblighi per superare la crisi del debito senza chiedere favori», sottolineando come sia «importante» che la Germania «creda in noi». Samaras ha ammesso che il suo Paese «sta mettendo in atto misure che avremmo dovuto adottare molto tempo fa», dicendosi certo che la visita di Angela Merkel dimostra che l'immagine e la dignità della Grecia «sono cresciute in modo impressionante». «Abbiamo fatto degli errori - ha aggiunto il premier greco - ma è chiaro che c'era un isolamento che forse non meritavamo fino in fondo: ora dobbiamo recuperare la credibilità internazionale».
Più accorate le considerazioni del presidente della Repubblica Karolos Papoulias, che ha ricordato alla Cancelliera tedesca che «la capacità di resistenza della Grecia è quasi esaurita» e ha fatto presente l'urgenza di «pensare a misure che favoriscano la crescita e contrastino la disoccupazione».
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