Gaza, Iran e Russia: Meloni alla Camera. Ecco cosa ha detto

Il presidente del Consiglio ha riferito a Montecitorio prima del prossimo Consiglio europeo: "Il futuro della Striscia può iniziare solo con la liberazione degli ostaggi e la cessazione di Hamas"

Gaza, Iran e Russia: Meloni alla Camera. Ecco cosa ha detto
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Giorgia Meloni questo pomeriggio si è presentata in aula alla Camera per le comunicazioni sul prossimo Consiglio europeo e ha riferito anche sulla crisi in Medio Oriente. "Obiettivo prioritario per l'Italia è il cessate il fuoco a Gaza", ha detto il premier ai deputati, dove "la legittima reazione di Israele" sta "assumendo forme inaccettabili che chiediamo di fermare immediatamente". Siamo convinti, ha proseguito il premier, "che sia necessario e possibile cogliere il possibile per una cessazione delle ostilità nella Striscia, consentire l'arrivo degli aiuti umanitari" e aiutare la popolazione civile "che ha patito troppo".

Il futuro della Striscia "può iniziare solo con la liberazione degli ostaggi e la cessazione di Hamas. Siamo pronti a fornire il nostro contributo per cui i due popoli possano vivere in pace e sicurezza". In questo momento, ha ribadito Meloni, per l'Italia "le priorità restano il cessate il fuoco a Gaza e la ripresa dei negoziati sull'Iran". Sull'Iran, ha spiegato il premier, questo è "il momento di abbandonare ambiguità e distinguo: l'Iran deve cogliere l'opportunità" per siglare "un accordo oggi con Washington portando avanti un programma civile" sul nucleare. "Garantisca", inoltre, di non avere "assolutamente" obiettivi "militari".

Nel corso delle dichiarazioni, inoltre, Meloni ha confermato "quanto è già stato dichiarato dal ministro degli Esteri, Tajani, dal ministro della Difesa, Crosetto, in questi giorni circa il fatto che nessun aereo americano è partito da basi italiane e che la nostra Nazione non ha in alcun modo preso parte ad operazioni militari". In questo momento, "Siamo convinti che solo una azione diplomatica possa garantire la pace nella regione. Noi siamo pronti a fare la nostra parte ma è tempo di abbandonare ambiguità e distinguo e con questo obiettivo ho mantenuto i contatti". Quel che è necessario, è "un processo politico che conduca alla soluzione dei due Stati" in Medio Oriente e "una piena normalizzazione" dei rapporti fra Israele e il mondo arabo.

Oltre l'emergenza, ha proseguito il premier, "se allarghiamo lo sguardo, vediamo un Medio Oriente profondamente cambiato. Assad è caduto e abbiamo una nuova Leadership a Damasco. Hezbollah è indebolito e il Libano ha una nuova dirigenza che dobbiamo sostenere, e che può davvero voltare pagina, superando le molte crisi che hanno attanagliato quella nazione negli ultimi anni. La ripresa economica di entrambi i Paesi e la ricostruzione non solo delle infrastrutture, ma anche del tessuto sociale libanese e siriano, sono cruciali per gli equilibri di lungo periodo della regione e non solo"

Nel suo discorso, poi, Meloni ha parlato anche delle influenze russe in Nordafrica, sottolineando che l'est e il sud della Libia "sono già le principali teste di ponte della Russia in Africa". C'è la possibilità che la Russia possa sfruttare la Libia, spiega la Meloni, per rafforzarsi nel Mediterraneo e "intendiamo portare la questione" all'attenzione del Consiglio europeo. Nel conflitto, "assistiamo ad una fase estremamente delicata del conflitto, con l'assenza di progressi sostanziali sul piano negoziale, specie in termini di cessazione delle ostilità. Alla luce di questi sviluppi sono due le direttrici sulle quali ci stiamo muovendo: sostegno all'Ucraina e pressione sulla Russia". L'obiettivo immediato "è un cessate il fuoco che fermi i combattimenti, che lasci il campo alla diplomazia per discutere un vero e duraturo accordo di pace che giocoforza avrà un impatto anche sull'architettura di sicurezza europeo".

Durante la replica dopo le comunicazioni in vista del prossimo Consiglio europeo, quindi, Meloni ha risposto agli onorevoli di opposizione ribadendo che "l'Italia non è impegnata militarmente, non ha partecipato e non partecipa, non è stato chiesto l'uso delle basi, che comunque potranno essere usate solo con l'autorizzazione del governo e dopo un passaggio parlamentare". Credo, ha aggiunto, "sia velleitario speculare su scenari che non si sono verificati, certe decisioni non si prendono su basi ideologiche. In ogni caso posso dire che non penso accadrà, ma posso garantire che una decisione del genere dovrà fare un passaggio parlamentare, a differenza di quello che è accaduto quando al governo non c'eravamo noi". Da premier, ha detto ancora, "Conte ha firmato l'impegno ad aumentare le spese di difesa dello 0,8%. Apprendo oggi che il M5s non era d'accordo con quell'impegno, io lo ero. Questo governo firma questo impegno perché lo condivide. Perché, guardiamoci intorno: gli scenari di caos si stanno moltiplicando, mi si chiede in uno scenario come questo di lasciare l'Italia esposta? Non possiamo farlo perché conosciamo il prezzo che una nazione paga quando non è in grado di difendersi. Non possiamo farlo anche se sappiamo che il tema consenso c'è. Siamo sempre pronti ad assumerci le responsabilità".

Ed è esplosa la standing ovation in parlamento da parte del centrodestra, quando il premier ha dichiarato: "Io sono la leader di una nazione che conta, ma non perché conto io ma perché conta l'Italia. Il potere dei Paesi non cambia in base al loro governo, solo che io sono consapevole di quella forza e se qualcuno prima di me non ne è stato consapevole ne abbiamo pagato il prezzo". E rispondendo alla polemica sterile sulle citazioni, il premier ha sottolineato che "quando scrivo una relazione non penso a chi devo citare ma alle risposte che devo dare e cerco di concentrarmi su quelle. Non ci sono seconde ragioni per cui citare uno e non l'altro".

Credo, ha detto ancora, "che percepiate come me la preoccupazione dei cittadini e non vogliamo dare l'impressione che siamo più interessati ad accusarci fra di noi. Preferisco rimandare i toni da campagna elettorale a tempi più sereni".

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