Milano - «Mi sono confusa»: Michelle Conceicao si affida a tre parole per cercare di uscire in qualche modo dal groviglio di bugie in cui chissà perché si è andata a ficcare. Questa bella brasiliana di quarant’anni e di incerto mestiere si trova faccia a faccia con Ilda Boccassini, decisa a chiederle conto delle cose dette e non dette, di quelle messe a verbale davanti a lei e di quelle dichiarate ai giornali che l’hanno inseguita a lungo facendone una star del caso Ruby, la superteste che chiudeva il cerchio intorno a Berlusconi.
Su molti aspetti, è ancora da capire quando Michelle abbia detto frottole e quando la verità. Ma una cosa è certa: di avere incontrato Ruby Rubacuori ad Arcore, di averla vista infilarsi nella camera da letto di Silvio Berlusconi e di averla vista uscire trionfante dicendo «era stanco, ho dovuto fare tutto io», insomma di avere assistito in diretta alla commissione del delitto attribuito al Cavaliere, tutto questo la Conceicao se l’è inventato. Lo dicono i tabulati del suo cellulare, portati in aula dalla Boccassini. E alla fine lo dice anche lei, con un filo di voce: «Non è vero niente. Mi sono confusa».
Così anche la Conceicao va ad aggiungersi all’elenco delle testi del caso Ruby uscite malconce dall’interrogatorio in aula. Supertesti - come lei, come Ambra Battilana - più mediatiche che davvero utili all’inchiesta. Delle sparate di Michelle, la Procura non si è mai fidata, e non era certo sulle sue rivelazioni che puntava a costruire la richiesta di condanna di Berlusconi. Ma ieri, a fine udienza, accade qualcosa che costringe a chiedersi: quali sono, allora, le testimonianze su cui i pubblici ministeri intendono appoggiare la loro requisitoria? Perché Ilda Boccassini e il suo collega Antonio Sangermano annunciano a sorpresa una robusta sforbiciata alla loro lista di testimoni.
Spariscono quaranta nomi, tra cui numerose ragazze delle feste di Arcore, e l’ex direttore del Tg4 Emilio Fede, imputato nel processo parallelo per induzione alla prostituzione. E potrebbe sparire («ci riserviamo di rinunciare alla testimonianza», dice Ilda) anche Karima el Mahroug, alias Ruby. Ovvero la vittima di Berlusconi, o presunta tale.
È una sorpresa, perché l’interrogatorio di Ruby si annunciava come il piatto forte del processo. La ragazza finora ha sempre negato di avere avuto rapporti hot con il Cavaliere, e si preparava a venire in aula a ripetere la sua versione. Ma era scontato che Ilda Boccassini non gliel’avrebbe fatta passare tanto facilmente, e che avrebbe rinfacciato a Ruby tutte le intercettazioni e le testimonianze che secondo la Procura dimostrano il contrario.
Si annunciava, insomma, un interrogatorio duro e decisivo. Invece la Procura rinuncia. Certo, Ruby in aula dovrà venirci perché è citata anche come teste a difesa dai legali di Berlusconi, e in quell’occasione la Procura potrà farle delle domande. Ma la sparizione della vittima dalla lista delle prove d’accusa è comunque un segnale inatteso e di difficile lettura. Bisogna ricordare che anche le altre presunte vittime di Berlusconi, i funzionari della questura di Milano che l’allora premier avrebbe costretto a rilasciare Ruby, hanno compattamente negato di avere subìto pressioni. E non risulta che la Procura li abbia incriminati per falsa testimonianza.
Chi verrà sicuramente incriminata per questo reato è Michelle Conceicao. Il giudice Giulia Turri, sul finire della sua deposizione, cerca di darle una ultima chance di schivare il guaio, le chiede pazientemente se vuole ripensarci e mutare versione, ma la brasiliana non si smuove.
Dire balle ai giornali non è reato, ma ieri la donna ha detto in aula, sotto giuramento, due cose che appaiono documentalmente false: di non avere saputo che Ruby era minorenne, e qui è smentita da una intercettazione; e di non essere stata nel luglio 2010 ad una festa ad Arcore, e qui sono i tabulati telefonici a dimostrare il contrario. Sarà lei, alla fine, l’unica condannata del caso Ruby?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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