Il Csm processa i giudici dei casi Ruby e Mills

Il leader Pdl atteso in aula oggi e lunedì. La Fiorillo attaccò il Viminale, la Vitale prosciolse il Cavaliere

Milano - Non è esattamente destinata a rasserenare il clima intorno ai processi milanesi a Silvio Berlusconi, la notizia che arriva a ridosso della prima udienza dopo la tregua elettorale. Finiscono sotto procedimento disciplinare due magistrati che, in ruoli assai diversi, hanno avuto un peso rilevante nelle vicissitudini giudiziarie del Cavaliere: sono il giudice che l'ha prosciolto nel processo Mills, Francesca Vitale; e Annamaria Fiorillo, il pubblico ministero minorile divenuto teste d'accusa nel caso Ruby, e che giusto lunedì prossimo verrà interrogata nel processo per concussione e prostituzione minorile. Con quale serenità d'animo, visto che ora sul suo capo pende il rischio di una sanzione disciplinare, è facile immaginarlo.
La sequenza di udienze e sentenze a raffica che attende il Cavaliere da qua alla fine del mese è già di per sé destinata a segnare un trend di ascesa costante delle polemiche. Anche per questo, nelle ultime ore Berlusconi potrebbe avere cambiato idea sulla udienza di oggi del processo per i diritti tv, dove è prevista la requisitoria del procuratore generale Laura Bertolè Viale. L'altro ieri dallo staff berlusconiano era arrivata la notizia che l'ex premier sarebbe stato presente in aula, e che avrebbe preso la parola per una dichiarazione spontanea. Ma ora l'arrivo in aula non è più dato per certo. L'intervento del Cavaliere riscalderebbe il clima ma non cambierebbe in nulla la linea dell'accusa, che si accinge a chiedere la conferma della condanna a quattro anni di carcere e a cinque di interdizione dai pubblici uffici. E dal punto di vista mediatico l'apparizione di Berlusconi sarebbe comunque smussata dal divieto assoluto di riprese che la Corte ha imposto ai media nell'aula d'udienza. Così è possibile che alla fine Berlusconi scelga di restare a Roma.
Cellulari e iPad scatenati, invece, lunedì prossimo nell'aula del processo per il Rubygate, dove il tribunale ha convocato come testimone Annamaria Fiorillo, il pm che era di turno presso la Procura dei minori la notte in cui Kharima el Mahroug venne portata in questura. Curiosamente, dopo averla interrogata nel corso delle indagini preliminari, Ilda Boccassini non ha ritenuto di portare in aula la Fiorillo. Ma i giudici hanno ritenuto che per capire cosa accadde davvero quella notte, e se davvero Ruby fu liberata per le pressioni dell'allora presidente del Consiglio, sia indispensabile sentire la versione (finora incerta su alcuni passaggi-chiave) della Fiorillo. La quale però, ai tempi in cui lo scandalo esplose, aveva parlato in lungo e in largo con i giornalisti, prendendosela non solo con Berlusconi ma anche con il ministro degli Interni Roberto Maroni, colpevole di avere difeso l'operato dei poliziotti milanesi («il ministro calpesta la legalità e insulta gli italiani»). Per questo, la Fiorillo verrà «processata» dal Csm il 15 marzo.


Procedimento disciplinare anche per Francesca Vitale, il giudice che il 24 febbraio 2012 prosciolse per prescrizione Berlusconi nella vicenda Mills, scrivendo nelle motivazioni che contro l'imputato la Procura non aveva portato «nessun dato di fatto, nessuna prova storica». La colpa della Vitale? Avere scritto, sempre nelle motivazioni, che se il processo era finito con la prescrizione, la colpa era dei giudici che l'avevano preceduta.

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