Dai giornalisti agli anarchici per Crocetta sono tutti mafiosi

L'evangelico «chi non è con me è contro di me», riveduto e corretto da lui, è diventato: «chi non è con me è mafioso». È toccato, negli ultimi tempi, a molti dei suoi detrattori, in aumento proporzionale al crollo del suo consenso. È toccato pure ai giornalisti, minacciati di essere schedati in dossier per verificarne eventuali parentele mafiose. Normale, in fondo, per uno come il governatore di Sicilia Rosario Crocetta, che sull'impegno antimafia ha costruito immagine e carriera politica. Solo che stavolta Crocetta ha superato se stesso. Già, perché il bollo di «mafiosi» l'ha dato ai suoi amici della sinistra, «rei» di contestarlo per aver «tradito» la causa dei no Muos. «Nella protesta – ha tuonato commentando in un'intervista a Repubblica gli scontri di venerdì sera a Niscemi (Caltanissetta) tra poliziotti e manifestanti anarco-insurrezionalisti contro la base americana in costruzione – ci sono anche infiltrazioni mafiose». Ipse dixit, marchio assegnato. Ma i «compagni», non l'hanno presa bene. «Si vergogni» tuona Sel. «È un traditore», chiosano gli attivisti.

Un'altra grana a sinistra. L'ennesima per un Crocetta sempre più in caduta libera, che perde pezzi e colleziona figuracce. L'aveva cavalcata, la causa del «no» al super radar, il governatore. Si era messo in scia del M5S e tra gli osanna della gauche aveva bloccato tutte le autorizzazioni già concesse agli Usa. Il patatrac qualche settimana fa, quando dall'Istituto superiore di sanità è arrivato il responso: il Muos non è pericoloso per la salute. Fatti i conti e constatato che continuare a cavalcare il «no» sarebbe costato alla Regione circa 18 miliardi di dollari di risarcimento, Crocetta ha revocato la sua revoca. Tra le proteste della sinistra e la gratitudine degli Usa. Guarda caso, una settimana fa, il prestigioso Washington Post gli ha dedicato una sviolinata a tutta pagina. Ma le sirene estere, pur melodiose, in Italia non portano consenso. E il governatore è nervoso. Molto. Guai a chi non è d'accordo o si permette di far domande. «Qui c'è un governo regionale che si impegna contro la mafia – ha sibilato qualche giorno fa in conferenza stampa – non è possibile che quando noi attacchiamo la mafia c'è una parte dell'informazione che gioca sporco, preparerò un dossier su questo. Vedremo anche che rapporti di parentela ci sono». Giornalisti serviti. L'ultimo bersaglio appunto i no Muos, e le presunte «infiltrazioni mafiose».

Sel attacca: «La faciloneria con cui Crocetta parla di infiltrazioni mafiose nei no Muos è sconcertante. Chieda scusa o porti prove». Delusi e attoniti gli attivisti, che lo accusano di tradimento. Ma lui, altro che scuse, contrattacca: «Basta demagogia».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica