Massimo D'Alema è lo sconfitto per eccellenza. Su tutti i fronti. La valanga Renzi lo ha travolto, sotterrato, relegandolo nel polveroso scaffale degli ex comunisti. Persino a Foggia, dove l'ex premier guidava la lista di Gianni Cuperlo, D'Alema è stato surclassato dal renziano Ivan Scalfarotto: 47,2% contro il 28,9%. I comizi pugliesi non hanno convinto il popolo "rosso". Da Grottaglie a Polignano, da Cerignola a Ostuni, da Mesagne ad Apricena: l'uomo dell'apparato ha cercato il consenso degli elettori, ha provato a sponsorizzare Gianni Cuperlo ("un ragazzo serio e profondo"), ha messo in guardia da Matteo Renzi, paventando spesso il rischio di una inevitabile scissione nel caso il rottamatore diventasse leader del Pd. Tutto vano. Il sindaco di Firenze ora è il nuovo segretario democratico. Ma D'Alema è sempre in agguato, non si dà per vinto e, suille colonne del Corriere della Sera, annuncia battaglia. "Scissione? No, non ci sarà alcuna scissione.
È un concetto, questo, che ho ripetuto con forza ovunque abbia tenuto un comizio, e di comizi, come lei sa, ne ho tenuti molti negli ultimi giorni, ma se sarà necessario, se dovessero crearsi determinati presupposti, siamo pronti a dare battaglia, come, del resto, prevede il nostro modo di intendere la politica, la nostra cultura, la nostra tradizione di lotta".
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