Dalle farfalle ai tarli i killer nascosti che avvelenano l'Italia

L'ultima si chiama "Xylella fastidiosa" e ha già disseccato migliaia di ulivi nel Salento. E adesso spaventa l'Europa

Dalle farfalle ai tarli i killer nascosti che avvelenano l'Italia

Ulivi malati. Al punto che potrebbero finire in quarantena o abbattuti. Accade in Puglia, dove si consuma l'ultimo capitolo di una lunga storia a tinte fosche che racconta la cancellazione di tasselli importanti del mosaico naturalistico italiano. Un autentico stillicidio innescato da virus e parassiti venuti da lontano, quasi tutti originari del Sud America e dell'Asia. Un'invasione aliena tutt'altro che pacifica: si va dalla strage delle palme in Liguria firmata dal punteruolo rosso alla devastazione dei castagneti piemontesi passando per il tarlo asiatico che minaccia da tempo la Lombardia fino alla vespa velutina, l'ultimo arrivo dalla Cina, giunta in Francia con un container e recentemente segnalata tra Imperia e Savona: mangia le api da miele.
L'ennesima emergenza riguarda il Salento. L'area più colpita è la fascia ionica: le contrade Li Sauli e La Castellana di Gallipoli, ma anche le campagne tra Ugento, Taviano, Alezio, Matino, Nardò. In questo fazzoletto di Puglia è stato individuato «Xylella fastidiosa», un batterio mai riscontrato prima in Europa e tristemente noto in America, dove in passato ha distrutto le coltivazioni della California. Il virus starebbe agendo in combinazione con un fungo che causa il disseccamento. Il contagio avviene attraverso cicale di non più di tre millimetri. Sono già ottomila gli ettari interessati dal focolaio. Il ministro per le Risorse agricole, Nunzia De Girolamo, assicura che saranno prese tutte le misure necessarie per difendere non solo il futuro dell'olio, ma anche «un paesaggio rurale unico». Nel frattempo oggi sarà in Puglia una task force di quaranta ispettori per un sopralluogo. Il piano è pronto: prevede un cordone di sicurezza e poi, nei casi più drastici, l'abbattimento delle piante malate.
La stessa sorte hanno già subito altri alberi colpiti da virus e parassiti un tempo sconosciuti. Così è stato lungo la riviera ligure, dove è ancora emergenza per il «punteruolo rosso», parassita asiatico che da tempo ha messo radici in Italia. E come se non bastasse, nella stessa zona, è spuntato anche l'allarme per la cosiddetta «farfalla killer» del Sud America, la «Paysandisia archon» dall'apertura alare tra i 9 e gli 11 centimetri che distrugge le palme. Ed è alto l'allarme per il cinipede del castagno, un parassita cinese, che da Cuneo si è diffuso in numerose regioni e adesso i castagneti nazionali sono da tenere sotto stretto controllo. Proviene dall'Asia anche il tarlo asiatico, finito in Europa attraverso l'esportazione di piante malate: è uno spietato killer di alberi in grado di colpire tra gli altri quelli di agrumi, e poi il melo, il pero, il fico. La Lombardia è la zona più colpita. Ma non è tutto. Perché tra i parassiti giunti dall'altra parte del mondo ci sono anche i cosiddetti «moscerini dei piccoli frutti»: il nome scientifico è «Drosophila suzukii», è un insetto di origine asiatica: non risparmia il ciliegie, fichi, albicocche, uva, nel 2009 è stato segnalato i Toscana e Trentino. Non la passano liscia neanche i pomodori, infestati dalla «tignola», insetto originario del Sud America: si nascondono tra le foglie, devastano anche i raccolti di melenzane e peperoni.
Adesso i riflettori sono puntati sugli ulivi. Il primo passo è realizzare una mappa precisa del focolaio. Un'operazione tutt'altro che facile. Tanto più in un'area come questa, dove si contano circa ottanta ulivi per ettaro, autentici monumenti naturali che punteggiano distese di terra rossa.

Ma ormai il paesaggio sta inesorabilmente cambiando: le foglie un tempo luccicanti appaiono come bruciate e invase da chiazze scure, i tronchi sono anneriti. E se non è psicosi poco ci manca: nel basso Salento sono già comparsi fantomatici rappresentanti di aziende di fitofarmaci che propongono presunti rimedi miracolosi contro la diffusione dell'epidemia.

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