RomaA Taranto di Ilva si muore, soprattutto le donne e i bambini. Adesso ci sono i dati ufficiali del ministero della Salute a confermarlo e pure le dichiarazioni del ministro, Renato Balduzzi, che confessa di essere «un pochino sorpreso» di fronte all'incremento di tutti i tipi di tumore nella popolazione di quell'area. Nel rapporto Sentieri, riferito al periodo 2003/2009, coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità e presentato ieri proprio a Taranto è scritto chiaramente che: «Lo stabilimento siderurgico (in particolare, gli impianti altoforno, cokeria e agglomerazione) è il maggiore emettitore nell'area per oltre il 99 per cento del totale ed è quindi il potenziale responsabile degli effetti sanitari correlati al benzopirene».
E quali sono gli effetti sanitari? Gli uomini, le donne e i bambini in quella zona si ammalano di più e di tutti i tipi di tumore. È stata calcolata l'incidenza delle patologie oncologiche per i residenti di Taranto e Statte rispetto alla media del resto della provincia. Più cento per cento per i tumori allo stomaco nelle donne. Più 24 per il cancro al seno, più 80 per i carcinomi dell'utero, più 48 del polmone; più 21 del colon; più 75 del fegato. Negli uomini invece aumenta l'incidenza del tumore maligno al polmone, più 50 per cento; del mesotelioma polmonare, più cento per cento; più 30 per i tumori della vescica.
Bruttissime notizie arrivano anche dagli ospedali pediatrici. I dati sulla zona di Taranto e Statte mostrano comunque un incremento significativo, il 20 per cento, della mortalità nel primo anno di vita. Più difficile analizzare i dati sull'incidenza dei tumori infantili anche se viene registrato «un significativo incremento dei ricoveri per tumori maligni, malattie dell'apparato respiratorio e infezioni dell'apparato respiratorio». Per i più piccoli è presto per dire quali effetti possa avere l'esposizione alle sostanze cancerogene ma potrebbero esserci conseguenze future per la tiroide e il sistema riprodottivo.
Il rapporto Sentieri confronta i risultati ottenuti con un primo rilevamento negli anni 1995/2002 con quello eseguito dal 2003 al 2009. L'analisi paragona la mortalità registrata nelle aree monitorate, ovvero Taranto e Statte, rispetto alla media della regione, tenendo anche conto delle condizioni socio-economiche della popolazione residente. Anche in questo caso i dati confermano un più 14 per cento di mortalità fra gli uomini per varie patologie oncologiche che sale ad un più 17 per le malattie respiratorie e ad un più 33 per i tumori polmonari. Si registra un incredibile più 419 per cento per il mesotelioma pleurico. Per gli stessi motivi muoiono le donne: più 30 per cento per i tumori polmonari, più 211 per il mesotelioma. Le conclusioni? «Dai dati emerge con chiarezza uno stato di compromissione della salute della popolazione residente a Taranto.
E adesso il ministro Balduzzi dice che occorre fare di più. Il governo ha avviato un piano di monitoraggio oltre all'Aia, Autorizzazione integrata ambientale, che prevede una serie di prescrizioni per l'Ilva tra cui la chiusura dell'altoforno 5 e delle cokerie. Accanto al monitoraggio Balduzzi annuncia pure un piano di prevenzione generalizzata da zero anni fino ai lavoratori più esposti all'inquinamento. Verrà effettuato un monitoraggio ambientale, un biomonitoraggio e una sorveglianza epidemiologica su tutta la popolazione. Un primo biomonitoraggio eseguito sugli allevatori nel raggio di 15 chilometri dagli impianti ha rilevato una presenza di diossina nel sangue molto più elevata rispetto a chi lavora a distanze maggiori. Sulla base dei risultati del monitoraggio verrnno prese altre misure.
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