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Da De Gregori a Guccini: il Pd è rimasto senza voce

De Gregori è solo l'ultimo di una lista di soldati delusi dai generali democratici. Da Guccini a Samuele Bersani, da Jovanotti a Venditti e alla Mannoia: il Pd è rimasto afono

Da De Gregori a Guccini: il Pd è rimasto senza voce

Il Pd è diventato afono. Le uniche voci rimaste sono quelle degli artisti, pronti a cantare la loro delusione. Sono finiti i tempi dei palchi, delle colonne sonore e del connubio tra musica e politica. Adesso, i democratici sono rimasti senza cantori. Francesco De Gregori è solo l'ultimo di una lista di soldati stufi dell'incapacità dei generali. Non resta che abbandonare il campo. Vuoi perché “la sinistra si è persa tra slow food e No Tav”, vuoi perché le ultime decisioni democratiche hanno fatto traboccare un vaso già pericolante.

E così arrivano defezioni che non ti aspetti. Come quella di Francesco Guccini che, all'indomani della pugnalata inflitta dai falchi democratici al suo amico Romano Prodi, arriva a sentenziare affranto: “Non so se il Partito democratico sia ancora il mio partito”. O come quella di Antonello Venditti, che alla vigilia delle amministrative capitoline, suonò note caustiche: “Il Pd non sa che cos’è e che cosa vuole essere, è chiuso nell’apparato, non ascolta e non capisce più Roma”. Pd capoccia. E pensare che nel 2007 il cantautore si diceva convinto che “non credere nel Pd sarebbe come rinnegare me stesso, è la mia storia naturale. Non credo tanto nel partito, penso che il vero partito siamo noi''.

Per Samuele Bersani è stato proprio uno spaccacuore. Il cantante riminese non ha avuto remore a esternare tutto il suo malumore davanti al pubblico pagante: “Non mi fido più del Pd, voterò Movimento 5 Stelle”, annunciò prima delle ultime elezioni politiche. Se prima avrebbe affidato le chiavi di casa a Walter Veltroni, adesso Jovanotti al Pd probabilmente non affiderebbe nemmeno un centesimo. “Questo governo fa male all'Italia, un accordo Pd-Pdl non mi sembra rispettoso dell'esito delle elezioni, non mi convince molto”. Cherubini rimane un nostalgico di Veltroni, ma una volta finito il suo progetto, ha dovuto ammettere che “nel Pd sono tornati a galla gli anziani D'Alema, Bersani, Bindi. Li rispetto, ma non si va da nessuna parte con loro”. Adesso non gli resta che puntare su Renzi, sperando di non rimanere l'unico a cantare: "Mi fido di te". Fiorella Mannoia, in tempi non sospetti, ha fatto coming out preferendo Ingroia: “Non ho votato Pd e non sono pentita. Sono di sinistra. È per questo che non li ho votati". Quelle che le donne dicono...

L'ultima cantante che ha espresso parole positive nei confronti di un esponente del Pd è stata Gianna Nannini: “Complimenti per la scelta! Finalmente qualcuno che si intende di musica! Inno è il pezzo più bello che ho scritto negli ultimi 20 anni!”, disse la cantante commentando la scelta di Pier Luigi Bersani della nuova colonna sonora del Pd.

Adesso il segretario è Epifani e quella musica non ha portato molto bene.

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