Prima dei giornalisti salviamo i due marò

Prima dei giornalisti salviamo i due marò

Siamo tutti d'accordo, bisogna salvare il soldato Sallusti. La libertà di stampa è un bene supremo ed è aberrante il solo pensiero che un giornalista possa finire in galera per un articolo, anche se diffamatorio. Per questo motivo non smetteremo mai di gridare che questa è una legge indegna per un Paese civile. Ma non dobbiamo dimenticare che ci sono altri soldati da salvare, soldati con il tricolore sulla spalla, che sono già stati privati della libertà. Chi sono? Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i nostri due marò arrestati illegalmente dalle autorità indiane e tenuti prigionieri dal 19 febbraio scorso.
Gridare che è una vergogna è poco. Ha un bel dire il nostro ministro degli Esteri Giulio Terzi che la situazione «è di assoluta inaccettabilità e inammissibilità». E se ne accorge ora? Dopo 231 giorni di prigionia per i soldati e di angoscia per le loro famiglie. Otto mesi di processi interminabili, rinvii, ricorsi, trasferimenti. Una lunga attesa. Di che cosa? Di una sentenza indiana, del verdetto di una corte che non è legittimata a giudicare i militari italiani. Il ministero degli Esteri attende però con «trepidazione e fiducia». Fiducia in chi ha attirato con l'imbroglio in acque indiane una nave italiana? Fiducia in chi ha violato la nostra sovranità salendo armato a bordo di una nave italiana? Fiducia in chi ha preso prigionieri dei soldati italiani in barba a tutte le norme e convenzioni internazionali? Che cosa vuol farci credere il governo, che va tutto bene madama la marchesa? La smettano. La strategia del basso profilo fin qui adottata è stata semplicemente inadeguata e ci ha fatto solo prendere altri sonori schiaffoni. Dovevano portare l'India davanti all'Onu, chiedendole conto degli accordi internazionali sottoscritti, come la Convenzione Unclos. Macché, hanno preferito i sotterfugi, le trattative sottobanco, lo strisciare nelle aule giudiziarie. Il risultato? Lo abbiamo tutti sotto gli occhi: i due marò sono ancora prigionieri e la dignità dell'Italia è finita sotto i tacchi. Alla faccia del prestigio internazionale riconquistato con Monti.


Sono tante le critiche che gli italiani muovono al governo, dalle troppe tasse ai pochi tagli alla spesa pubblica, ma nessuna sarà mai vergognosa quanto l'inerzia e l'inefficacia nel liberare i nostri due soldati. E questo non lo dimenticheremo. Perché noi non dimentichiamo Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica