La democrazia di Grillo: fuori chi contesta

La democrazia di Grillo: fuori chi contesta

Roma«Non venite a rompere i coglioni a me sulla democrazia. Mi sto arrabbiando seriamente. Siamo in una guerra. Siamo con l'elmetto, così come siamo partiti. Chi pensa che io sia disonesto, che Casaleggio si tenga i soldi, che io non sia democratico, prende e se ne va fuori dalle palle. Chi fa domande su domande, e si pone il problema della democrazia va fuori dal movimento. E andranno fuori». Grillo parla con un video dopo qualche giorno di silenzio dopo le primarie dei candidati M5S per il Parlamento e le polemiche sui pochi votanti (non si sa neppure quanti, al massimo 31mila), sulle regole escludenti, sulla scarsa trasparenza dell'operazione e dopo l'accusa (infondata) fatta in tv a Casaleggio dall'attivista Ivano Mazzacurati, uno dei tre bolognesi esclusi dalle Parlamentarie, sull'uso dei rimborsi elettorali (subito querelato). Grillo si rivolge duramente ai molti che, dentro il M5S, protestano, si lamentano, parlano di poca democrazia come aveva fatto la consigliera M5S Federica Salsi «diffidata» per la partecipazione a Ballarò. «Chi contesta è fuori» avverte Grillo, che registra in due ore più di mille commenti sul blog. Sorpresa (ma non troppo): la maggioranza è d'accordo col diktat di Grillo. «Bravo Beppe era ora! Se non condividete fuori dai co...!», «Concordo pienamente con Beppe, anche perché di troll (cioè finti grillini, ndr) all'interno del movimento ce ne sono già troppi, infiltrati del Pdl e Pdmenoelle...». I commenti di dissenso sono, secondo gli attivisti fedelissimi al capo («Grazie Beppe sei un grande! Io mi fido al 100% sulle buone intenzioni che spingono te e Casaleggio»!) opera di infiltrati che criticano per far poi scrivere ai giornali nemici che la base è divisa. Fa parte del complottismo che è nel dna del M5S, per cui chi dissente è manovrato dal nemico.
Tuttavia gli interventi critici sono molti: «Il discorso che hai fatto - scrive Andrea da Genova - è molto arrogante e non tiene conto di tanta brava gente che, legittimamente, chiede rassicurazioni. Non siamo noi a criticare i partiti personali di certa gente? Ti ricordo che se è vero che uno vale uno questa regola vale anche per te, altrimenti son tutte chiacchiere»; «Beppe così facendo ti stai creando un esercito di ebeti acritici e violenti. Pensi sia gente utile al paese? Parli di sangue, di guerra... è un linguaggio fascista. Stai giocando con il fuoco e non te ne rendi conto», «No caro Beppe, assolutamente no, il tuo è atteggiamento da talebano, da assoluto dittatore, la democrazia è bella perché tutto è discutibile. Credere, obbedire e combattere credevo fosse morto ma tu lo stai resuscitando... ti fossi un po' montata la testa???», «Questo post non mi piace. È autoritario, è contro ogni critica, anche la più piccola. È fatto con arroganza e con poca voglia di ascoltare gli “uno vale uno”... ricordi Beppe? Eppure ci sono anch'io tra le poche migliaia che hanno votato alle Parlamentarie». Qualcuno lo paragona al Mussolini del «discorso del bivacco» nel '22, altri scrivono che «con questo post hai danneggiato il movimento».


Quel che chiedono, da dentro il M5S, specie dall'Emilia-Romagna che è la regione più «grillina» ma anche il focolaio dei dissidenti (Favia, Salsi), sono risposte ai molti dubbi sulle Parlamentarie, alle candidature di parenti (come la sorella del capogruppo regionale siciliano Cancelleri) e dipendenti dei gruppi regionali (come la futura capolista in Piemonte, Laura Castelli). Il M5S, ancora secondo partito nei sondaggi, è scosso. Bersani commenta: il metodo democratico di Grillo? «Fantastico!».

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