IL DIBATTITO / 1 Addio partiti di massa Il potere ai migliori

È finita un'epoca: la politica ha abdicato ai tecnici. Solo una casta degli eletti può far ripartire il Paese

IL DIBATTITO / 1 Addio partiti di massa Il potere ai migliori

Per una volta, caro Direttore e cari Lettori, lasciate che io non scriva un cucù ma un cucùrucucù, ovvero un cucù doppio, in formato eccezionale. Ma vorrei fare un discorso doppio, di congedo e di rinascita e per questo vi chiedo la clemenza e la pazienza di doppiare tempo e spazio. Statemi a sentire.

È finito il ciclo storico dei partiti, è inutile insistere, presidente Napolitano e neorifondatori tutti. Con l’abdicazione in favore dei tecnici perché incapaci di risolvere la crisi e con il crollo dell’ultimo partito, la Lega, si è conclusa un’epoca. La loro caduta agli occhi degli italiani non proviene solo dalla corruzione, ma dall’esatto convergere tra la provata e riconosciuta incapacità di governare la crisi e la difesa delle loro rendite di posizione, nonostante il malaffare. Partito, non solo ci derubi e sei la principale causa di questa situazione, ma per affrontare la crisi che non sei capace di gestire, svendi la sovranità popolare e nazionale agli eurotecnici. Commissari il popolo e tu ti tieni i privilegi. In verità, la partitocrazia si spartiva la torta pubblica e praticava il malaffare quasi dalle sue origini, anche se con stile diverso e con finalità ibride, ideologiche e affaristiche, più collettive che personali. Rispetto al passato, la corruzione ha ora una marcia in più - marcia in questo caso è voce del verbo marcire - e ha compiuto il salto fatale: fino a qualche anno fa il suo malaffare era inclusivo, cercava la complicità degli elettori, procurava col clientelismo e i favori una rete di benefici a cascata. E il Paese, nonostante il malaffare, non se la passava male.

I partiti avevano due canali per parlare alla gente, la convinzione e la convenienza, ovvero l’affinità ideologica e il tornaconto personale. Quando si è interrotto questo duplice canale e i benefici non sono stati più estesi alla popolazione, cadde la prima Repubblica. Dopo, ci siamo lasciati stregare da incantesimi carismatici (i partiti personali), uniti a paura o disprezzo ad personam del Nemico. E su quello ha campato negli ultimi anni il bipolarismo. Ora l’incantesimo è finito. Ci siamo svegliati in piena crisi e la vita della gente davvero comincia a boccheggiare. La funzione storica dei partiti è esaurita.
Ma cosa viene dopo? Il governo dei tecnici, la dittatura dei competenti, il commissariamento internazionale, l’egemonia delle banche o che altro?
La mia convinzione è che a questo punto si debba ricominciare daccapo, risalire alle origini, alle piccole minoranze costituenti nell’interesse generale.

E qui inevitabilmente dobbiamo cedere a un granello di inevitabile pazzia. Urge nel nostro Paese una cernita essenziale, una graduale selezione delle energie più vive in campi vari per costituire, non prendetemi per visionario, una specie di ordine cavalleresco, vorrei quasi dire una casta, ma capovolta rispetto a quella presente; una lobby generalista, qualcosa di più di una massoneria a viso aperto, anzi per urticarvi di più, direi quasi una mafia rovesciata nei metodi e nelle finalità, un’onorata società, una sacra corona unita, a scopi benefici, ideali e trasparenti, articolata sul territorio con le sue cosche e le sue ’ndrine virtuose. Per carità, è solo un paragone choc per dare un pugno nello stomaco, lo ritiro subito perché a volte certe evocazioni possono suscitare tragici equivoci e il nome può prevalere sulla cosa. Torno all’ordine cavalleresco, ai Templari nell’epoca del web. Insomma, fuor di metafora, una rete di eccellenze volontarie, che si forma per chiamata diretta e volontariato, selezione e integrazioni successive, con un codice d’onore, una finalità superiore e l’impegno a pagare tutto se si tradisce. Un ordine, un albo dei Mille, che si ramifica, che si riproduce nelle giovani generazioni, ogni adepto ne adotta uno giovane, creando reti generazionali, scuole di selezione, laboratori di formazione, fondazioni che fondano davvero. Da che partire?

Da un sito, da un giornale, da istituti e fondazioni, da una prima convocazione... Denunciate i casi di eccellenza nel Paese, fate la spia anche voi, indicando le persone degne di prender parte.

Finito il partito di massa e pure l’epoca del partito personale, non resta che tentare il percorso inverso: i partiti nacquero di massa e finirono oligarchie, ora proviamo a partire da un ristretto club, politico e non partitico, per poi coinvolgere il Paese per via democratica. Un Ordine nel nome del popolo italiano. Fine del cucùrucucù visionario. Torno nei ranghi e da domani riprendo a spacciare cucù in modica quantità.

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