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Dieci ordinanze di custodia Chiesti gli arresti domiciliari per il senatore De Gregorio

Nell'ambito della nuova inchiesta che ha coinvolto Valter Lavitola sono state emesse dieci ordinanze di custodia. Diciotto gli indagati

Nell'ambito della nuova inchiesta che ha coinvolto Valter Lavitola sono state emesse ordinanze di custodia cautelare per dieci persone, sei in carcere e quattro ai domiciliari. In tutto diciotto gli indagati.

Chiesto il carcere - oltre che per Valter Lavitola -, per Vincenzo Ghionni, Angelo Capriotti, Paolo Passalacqua, Claudio Fagiano e Enzo Valori. Sono stati chiesti i domiciliari per Roberto Cristiano, Santo Antonio Bifano, Patrizia Gazzulli.

Per Filippo Giovanni Marzocco e Antonino Lauro, anch'essi indagati, è stato disposto l'obbligo di presentarsi ogni giorno alla polizia giudiziaria. Il gip ha negato l'arresto per Marco Amatucci (per carenza di gravi indizi), Alfonso Tramontano e Augusto Lino (per carenza di esigenze cautelari). Indagati sono inoltre Salvatore Galiero, Bruno Pelliccio, Giustina Carignani e Antonia Gagliardi.

Domiciliari per il senatore De Gregorio

Richiesti i domiciliari anche per il senatore Pdl Sergio De Gregorio, ex direttore del quotidiano socialista. Il provvedimento attende l'approvazione del Senato. Sentito dall'ANSA, il parlamentare ha commentato: "Non essendomi mai sottratto all'autorità giudiziaria non capisco quale necessità ci sia di questa misura cautelare" e sottolineato: "Mi difenderò con le unghie e con i denti".

Il commercialista del senatore De Gregorio, Andrea Vetromile, sentito dai pm napoletani, ha dichiarato che il passaggio di De Gregorio al Pdl (prima era in forza all'Idv) sarebbe stato "lautamente remunerato". Secondo Vetromile Lavitola accreditò De Gregorio presso Berlusconi. Il senatore fu escluso dalla candidatura nelle liste di Forza Italia nel 2005 - sempre secondo il senatore - per volere di Fulvio Martuscello. Fu così eletto nelle fila di Di Pietro, per poi passare alla destra. Nel documento, costellato di omissis, si legge anche come il ruolo di Lavitola e De Gregorio fosse quello di spostare al centrodestra più parlamentari possibile.

Sempre secondo Vetromile Lavitola e De Gregorio erano "soci di fatto" nella gestione dei contributi per l'editoria. Entrambi avevano anche fondi neri per portare capitali all'estero. Lavitola in Brasile, Uruguay e Panama. De Gregorio in Kurdistan, Kazakistan, Panama ed Emirati Arabi.

De Gregorio avrebbe utilizzato "i suoi privilegi di parlamentare" per trasferire

all'estero "capitali provenienti da fondi neri" costituiti tanto dal contributo statale per l'editoria quanto da soggetti che "avevano acquistato quote delle società del gruppo De Gregorio e Fondazione Italiani nel Mondo".

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