Alimentazione casalinga o commerciale? Fino a pochi decenni fa, il problema non si poneva affatto, perché al cane erano riservati ossi e avanzi della tavola, mentre il gatto doveva arrangiarsi con topi, lucertole e uccelli.
Oggi, se entrate in un supermarket per animali, c'è letteralmente da perdersi per l'infinita offerta di alimenti d'ogni tipo. Biologico, olistico, chilometri zero, vegetariano, anallergico vegano.
Addirittura ci sono ditte che fabbricano cibi in scatola adatti a quella data razza e per ogni razza cambia l'alimento a seconda dell'età. Per i gatti poi, la parte del leone, la fanno le cosiddette «crocchette» che molti sospettano (e talvolta il dubbio viene anche a me) contengano droghe che rendono il felino una sorta di tossicomane irrecuperabile.
La mia personale convinzione è che, come per l'uomo, una dieta variata, quindi casalinga e commerciale, sia la via migliore per minimizzare i rischi di un'alimentazione monocorde.
Bisogna però fare molta attenzione, in caso di alimentazione casalinga, perché dalla nostra cucina possono uscire cibi o additivi estremamente tossici per cani e gatti.
Numerosi dunque sono gli alimenti e i loro additivi che sono sicuri o addirittura salutari per le persone, ma risultano talvolta letali per i nostri amici pet (animali d'affezione). La cipolla, l'aglio, l'uva, il cioccolato, le noci di Macadamia, il caffè, il tè, sono solo alcuni esempi di quelli che si trovano negli stipetti di ogni cucina italiana. Purtroppo queste sono tra le informazioni essenziali che non vengono insegnate all'università, dove bisogna sapere se il tal virus ha il «peplos» e come è fatto il «capsomero», nozioni essenziali per chi fa il virologo, un tantino meno per chi ha a che fare con un gatto che vomita o un cane che ha una diarrea incoercibile. Ne consegue che anche i proprietari di pet ne sanno ben poco e il risultato finale è che il veterinario spesso si trova davanti ad animali con intossicazioni croniche dai sintomi più svariati e fuorvianti.
Cipolla e aglio sono membri del genere Allium, cui appartengono anche il porro, l'erba cipollina e lo scalogno. Nel 1930, durante un esperimento sui cani, ci si accorse che l'ingestione di cipolle causava loro una grave anemia, di tipo emolitico (con rottura dei globuli rossi). La stessa cosa capitava al gatto che si dimostrava addirittura più sensibile del cane. Non solo l'alimentazione con cipolla cruda, ma anche succhi o alimenti che contengono cipolla cruda o disidratata possono rivelarsi tossici per i nostri amici a quattrozampe. Nel gatto bastano pochi grammi di cipolla per sviluppare una gravissima anemia emolitica.
L'uva è il frutto più coltivato al mondo. Fin dal 1990 sono riportati numerosi casi d'intossicazione acuta da ingestione di grappoli d'uva o uva sultanina da parte del cane e conseguente danno renale grave. Nel gatto non ci sono evidenze precise, ma dati recenti suggeriscono che possa soffrire di danni simili.
Cioccolato, chicchi di caffè e cacao sono da proscrivere nei cani e nei gatti, in cui i loro alcaloidi provocano tremori, convulsioni e danni cerebrali.
Lo Xilitolo è un composto che si trova naturalmente, a bassa concentrazione, in frutti, vegetali, bacche e funghi. È molto usato nei dolciumi e nelle bevande senza zucchero aggiunto per dolcificarle. Se ingerito in certe dosi nel cane, può provocare picchi altissimi d'insulina e conseguentemente ipoglicemia, così come gravi malattie del fegato.
Le noci di Macadamia, provenienti dalle Hawaii, sono acquistabili oggi da tutti i fruttivendoli. Pur non sapendo quale sia la sostanza tossica, è noto che siano tossiche per il cane. Bastano 10 grammi a un cane di 120 Kg. per provocare una sorta di coma che spesso per fortuna si risolve in 24 ore.
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