La difesa smaschera le bugie hot su Arcore E la superteste piange

L’ex miss Battilana azzarda rivelazioni hard. Ma i suoi trascorsi non la rendono attendibile

La difesa smaschera  le bugie hot su Arcore  E la superteste piange

Milano - Sono giorni difficili per le supertesti del processo Ruby. Ieri tocca a Ambra Battilana, grande accusatrice delle notti del bunga-bunga, ritrovarsi in un imbarazzo simile a quello in cui si ritrova Michelle Conceicao, altra ospite di Arcore. Per la Conceicao, che ha spiegato ai giornali di avere visto Kharima el Mahroug infilarsi nella camera da letto di Berlusconi, è stata la Procura a scoprire che la Conceicao medesima, in base ai tabulati telefonici, in quei giorni non ha messo piede ad Arcore. Ieri arriva in aula la giovane (vent’anni appena) Battilana, e anche lei racconta un profluvio di particolari hot. In questo caso, che la ragazza fosse effettivamente a Villa San Martino non ci sono dubbi.

Ma è sull’attendibilità complessiva della teste che una mossa a sorpresa dei legali solleva qualche robusta perplessità. Gaetano Pecorella, senatore Pdl e difensore di Emilio Fede, tira fuori una carta che fa intuire come la ragazza avesse - a dispetto della giovane età - trascorsi piuttosto navigati, tali da rendere poco verosimili i rossori che la spinsero, secondo il suo racconto, ad abbandonare indignata i baccanali di casa Berlusconi.
In aula, Ambra racconta di essere arrivata ad Arcore su invito di Emilio Fede e di avere assistito a scene di ogni tipo: Berlusconi che beveva rum («o almeno qualcosa in un bicchiere da superalcolici») fino ad abbioccarsi, la Minetti e altre ragazze che si spogliavano più o meno completamente e andavano a stuzzicare il premier ed Emilio Fede che ricambiavano con toccamenti vari. Sul punto, il pm e il tribunale invitano alla precisione: cosa toccava Berlusconi? Il seno, il sedere, la vagina? «Il seno e il sedere». E la vagina? «Non ricordo». Le fanciulle, racconta Ambra, toccavano il premier nelle parti intime «come quando si gioca a “ce l’hai”».

È la versione più hard messa finora a verbale delle serate nella dimora del Cavaliere. Versione, va detto, che ieri gli imputati smentiscono: Niccolò Ghedini, legale di Berlusconi, parla di affermazioni «destituite di fondamento, totalmente smentite da numerosissimi altri testimoni e da evidenze oggettive»; mentre Emilio Fede ricorda che dopo l’invito ad Arcore sia Ambra che la sua amica Chiara Danese lo ringraziarono sia a voce che via sms per la bella serata. Ma il vero incomodo della giornata è la domanda che il senatore Pecorella butta lì alla testimone: «Lei prima del 2010 ha mai avuto rapporti sessuali a pagamento?». «Mai». «Ha presentato denuncia contro una persona più anziana di lei con cui ha avuto rapporti sessuali a pagamento?». «Ho presentato una denuncia per violenza sessuale contro un mio ex fidanzato, ma è una cosa che non c’entra niente...». «Si tratta di una persona molto più anziana di lei?». «Sì».

La ragazza, comprensibilmente, appare costernata e sull’orlo della crisi. Il pm cerca di stoppare le domande, ma il giudice Anna Maria Gatto le ammette «perché la cosa è assolutamente rilevante ai fini del processo». E insomma fa ingresso in aula il retroscena della vita di Ambra: che due anni fa presentò denuncia contro un imprenditore ultrasessantenne di cui, prima di conoscere il premier, spinta dalle difficoltà economiche era diventata il «giocattolo sessuale» e da cui riceveva quattrini in quantità, regali, auto e tutto il resto.

Una storia a suo modo dolorosa e che i legali di Fede giurano di avere tirato fuori a malincuore. Ma che rende inevitabile, secondo loro, chiedersi come mai ad Arcore Ambra si scandalizzò tanto per quel che dice di avere visto.

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