Disboscano una collina per fare una caserma. Ma era quella sbagliata

La Forestale ha abbattuto decine di alberi nell'isola di Ischia, in un'area diversa da quella assegnata dal Comune. Cinque indagati

Disboscano una collina per fare una caserma. Ma era quella sbagliata

Decine e decine di pini abbattuti dallo Stato per costruire una caserma della Forestale. Proprio così, un vero paradosso: uno scempio ambientale in piena regola realizzato per conto dell'istituzione deputata alla difesa del nostro patrimonio boschivo. E per di più su un'area diversa da quella dove sarebbe dovuta sorgere l'opera. Siamo nel Bosco della Maddalena, a Casamicciola Terme, un comune dell'isola d'Ischia dove la storia della forestale che disbosca per costruire una caserma da 200 posti letto per una stazione che conta appena una decina di uomini, è dal 2009 al centro di uno scandalo senza fine, fatto di sequestri e dissequestri, permessi della Sovrintendenza concessi e poi revocati, ricorsi al Tar, proteste degli ambientalisti, oltre ad un'inchiesta della magistratura. Un'indagine che si è appena conclusa, con cinque richieste di rinvio a giudizio firmate dal pm Ugo Miraglia. La Procura di Napoli contesta agli indagati una serie di reati che vanno dalla lottizzazione abusiva, alla falsità ideologica, alla distruzione di bellezze naturali. L'ipotesi dei magistrati è che per aggirare i divieti di edificazione sull'isola sottoposta a vincoli paesaggistici abbiano dato il via ai lavori di costruzione della caserma su una particella catastale diversa da quella che era stata originariamente destinata dal Comune. Nei guai sono finiti Donato Carlea, all'epoca dei fatti provveditore interregionale alle Opere Pubbliche per la Campania e il Molise, l'ex sindaco di Casamicciola e attuale sindaco di Ischia Giuseppe Ferrandino, gli architetti Silvano Arcamone e Liviana Buono e il rappresentante legale della società incaricata dei lavori, Domenico Parracino. Il pm ritiene che Carlea e i due architetti, uno responsabile del procedimento presso il provveditorato e l'altro dirigente dell'area tecnica del Comune di Casamicciola, fossero a conoscenza che «la particella numero 9 del foglio 4 ove doveva posizionarsi la costruenda caserma del Corpo Forestale era differente dalla particella 1 foglio 4 su cui era stato concesso il diritto di superficie al ministero dell'Agricoltura e Foreste per la realizzazione della suddetta caserma».

I tre indagati per la Procura sapevano bene anche che sul bosco insistente sulla particella 9 del foglio 4 «vigeva un vincolo assoluto ad uso legnatico a favore dei cittadini del Comune di Casamicciola», eppure avrebbero nascosto l'esistenza dei vincoli intimando al geometra Francesco Conte di «predisporre e depositare in luogo della particella nr 1 il frazionamento della particella numero 9». Così, anche in assenza del permesso di costruire in un'area sottoposta a vincolo, il disboscamento ha avuto inizio. Decine di pini ad alto fusto in uno degli ultimi polmoni verdi dell'isola sono venuti giù uno dopo l'altro, il cantiere è stato aperto ed è stato colato anche il cemento per predisporre i primi due piani dell'immobile. Il tutto su un'area diversa da quella indicata, come dichiarato anche il tecnico comunale incaricato di realizzare il frazionamento per l'individuazione dell'area. È stato lui a raccontare ai pm che la particella era quella sbagliata e che era stata individuata in modo doloso e falso. In attesa che la situazione si sblocchi, nel Bosco della Maddalena è rimasto un cantiere in abbandono, lì dove un tempo cresceva rigogliosa una pineta. Di quelle che la Forestale dovrebbe tutelare.

E a pochi chilometri da lì, a Citara, nel comune di Forio, su un'area panoramica, l'ambiente è deturpato da un altro ecomostro, lo scheletro di quella che sarebbe dovuta diventare una caserma. Questa volta, però, dei carabinieri.

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