Politica

Dittatura del terrore nel M5S, adesso Grillo minaccia i suoi: black list con chi tiene i soldi

Dopo la rivolta nel M5S, Grillo sbarca a Roma e raduna i suoi: "Fanculo i soldi". E minaccia di pubblicare "nomi e cognomi di chi vuol tenersi i soldi"

Per chi ha provato ad alzare la cresta, è già pronta la pubblica gogna. Beppe Grillo si è presentato a Roma per radunare le truppe pentastellate e dar loro una strigliatina, una raddrizzata coi contro fiocchi per evitare che il Movimento 5 Stelle sbandi dopo appena un paio di mesi di incursione politica. È bastato far ascoltare il dolce fruscìo degli euro a parecchi zero e i grillini si sono subito fatti casta. Così il comico genovese, che per sbarcare il lunario non deve certo contare sulla diaria, ha pensato bene di mettere alla gogna chi ha vuole tenersi i soldi: "Metteremo nomi e cognomi".

Comunali alle porte, il caos dei rimborsi, gli attacchi dei media, la partita sulle Commissioni: i Cinque Stelle vivono un periodo di profondo disorientamento e Grillo torna in campo per rimettere in riga i "soldati" che hanno deciso di pensare con la propria testa. E così, dopo essersi smarrito per le strade della Capitale per colpa del navigatore, il "generale" approda a Montecitorio per affrontare le proprie "truppe". Al suo fianco c'è Filippo Pittarello della Casaleggio Associati - forse per compensare l'assenza di Gianroberto Casaleggio. Bastano le prime battute, a senso unico e soprattutto a porte chiuse, per capire che il clima è piuttosto teso. Altro che democrazia liquida, altro che streaming e trasparenza. Poche frasi frammentate sono diffuse dallo staff di comunicazione del movimento. I profili Facebook e Twitter dei parlamentari, invece, rimangono particolarmente "silenziosi". Non un post, una foto o un commento. Ieri, dunrante l'incontro con Stefano Rodotà, il flusso di tweet e commenti è stato pressocchè ininterrotto per tutta la riunione.

"Fanculo i soldi!" è l'esordio di Grillo all’assemblea congiunta di senatori e deputati. Ne ha per tutti. Schiaffi e insulti. Al deputato siciliano Antonio Venturino, prossimo all'espulsione dal M5S, non le manda certo a dire: "È un pezzo di merda...". Poi, passa a impallinare i grillini che non vogliono sentir parlare di restituire la diaria perché, parole loro, a Roma con "soli 2.500 euro non si campa". Per loro vuole preparare una sorta di black list. "Se avete firmato qualcosa, dovete rispettarlo. Non si fa la cresta su ciò che non è rendicontato - avverte - metteremo nomi e cognomi di chi vuole tenersi i soldi". Dopo le minacce, l'indottrinamento. Dopo aver strigliato i parlamentari che non intendono fare economia sulla diaria, il guru pentastellato passa alla solita tiritera che puzza di regime lontano un miglio. Le recenti elezioni amministrative hanno segnato una contrazione consistente nelle preferenze. A fine maggio ci sarà un ulteriore appuntamento elettorare e il leader del M5S teme altre perdite. Così, non gli resta che sparare le solite cartucce aprendo - addirittura - alla possibilità che i grillini vadano in televisione ("Ma non ai talk show..."). "Raccoglieremo le macerie di questo Paese, come fecero i nostri padri dopo la guerra", spiega Grillo descrivendo la "missione" con metafore che uniscono passato e presente. "Noi non siamo un’automobile migliore, siamo un nuovo mezzo di trasporto - incalza - siamo il teletrasporto".

Come dire, dal neorealismo a Star Trek.

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