Guerra in Israele

divisivo". Schiaffo del sindaco di sinistra a Zaki

Il primo cittadino di Brescia (di centrosinistra) revoca l'invito in città all'egiziano per la giornata inaugurale del Festival della Pace di novembre in seguito alle sue parole su Israele

"È divisivo". Schiaffo del sindaco di sinistra a Zaki

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La guerra in Israele ha mandato in tilt una certa sinistra italiana che, tra ipocrisia sulle bandiere e manifestanti che si schierano al fianco di Hamas, si ritrova a balbettare di fronte a orrori che meriterebbero di essere condannati senza se e senza ma in maniera trasversale. E invece c'è chi non ha perso tempo per rivolgere lo sguardo al passato ed elencare una serie di analisi storiche alla luce di quanto sta accadendo. Nei giorni scorsi Patrick Zaki è finito al centro della bufera per alcune sue esternazioni che si sono rivelate un boomerang e che in alcune circostanze hanno provocato la reazione anche del fronte rosso.

Una parte della sinistra è in totale imbarazzo per le parole dell'egiziano e ora c'è chi ha deciso di passare all'azione prendendo atto della posizione di Zaki e assumendo le opportune decisioni del caso. A Brescia il sindaco Laura Castelletti ha deciso di revocare l'invito in città al ricercatore per la giornata inaugurale del Festival della Pace di novembre. La notizia è arrivata dal Giornale di Brescia. Non si tratta di una scelta adottata da un esponente del centrodestra: Castelletti è primo cittadino dell'area di centrosinistra, di certo non accusabile di essere simpatizzante dell'attuale governo.

"È divisivo. Le sue parole su Israele non rappresentano il messaggio che la città vuol trasmettere", sono le parole riportate dall'Ansa. Dunque Zaki non sarà testimonial al Festival della Pace a Brescia; il 20 novembre avrebbe dovuto prendere parte alla presentazione del suo libro autobiografico Sogni e illusioni di libertà. Ma l'uscita sul proprio canale Twitter ha generato un vero e proprio cortocircuito tutto a sinistra, che fotografa in maniera esemplare il momento di assoluta confusione che regna nella galassia rossa.

Tra l'altro il centrodestra ha chiesto al sindaco di Brescia di ritirare il premio Brescia per la Pace che nel 2021 era stato consegnato a Patrick Zaki. È stato depositato un ordine del giorno il cui obiettivo è proprio quello di impegnare il primo cittadino e l'intero consiglio comunale a diventare parte attiva con il Comitato del Festival della Pace al fine di revocare il premio Brescia per la Pace assegnato all'egiziano.

Le drammatiche immagini che stanno arrivando impongono chiarezza: la presa di posizione a difesa dello Stato di Israele e della sua popolazione non può tollerare alcuna ambiguità. Specialmente se si considera la strage di neonati nel kibbutz, con tanto di neonati decapitati e famiglie massacrate. Nei giorni scorsi ha fatto molto discutere la sparata social di Zaki che, rilanciando un posto sull'invito di Benjamin Netanyahu ai civili palestinesi a Gaza a lasciare presto il territorio, aveva scritto con estrema spensieratezza: "Quando un serial killer cerca di convincere la comunità internazionale che rispetta le convenzioni internazionali, per legalizzare l'uccisione di civili. Dove possono andare!!!".

Non c'è solo la revoca dell'invito a Brescia per la giornata inaugurale del Festival della Pace di novembre. Patrick Zaki non sarà più ospite della puntata di apertura di Che tempo che fa, in onda domenica prossima sul Nove. Il conduttore Fabio Fazio ha spiegato che non si può non trattare l'attualità, visto ciò che è accaduto in Israele, e pertanto ha chiesto di spostare di una o due settimane il libro dell'egiziano. Inoltre è saltato pure l'incontro in programma per il prossimo 17 ottobre nell'ambito della rassegna Aspettando il Salone.

Il polverone continua.

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