RomaEnzo Iacopino, presidente dellOrdine Nazionale dei Giornalisti, come definirebbe la vicenda che ha colpito la collega Anna Maria Greco?
«In una parola: una vergogna. Una circostanza resa ancora più insopportabile dal fatto che a decidere la perquisizione sia stato un magistrato donna».
Come si può giustificare un provvedimento giudiziario di questo tipo?
«È davvero inspiegabile. Peraltro io ho seguito la giudiziaria tanti anni e non ricordo una sola perquisizione da cui sia scaturito materiale utile alle indagini. Non trovano mai nulla. E allora perché le fanno queste perquisizioni? Quale scopo hanno?».
Lei ricorda precedenti di cronisti costretti a spogliarsi?
«Non ho memoria di precedenti simili. Io non credo che i giornalisti debbano avere un trattamento preferenziale rispetto agli altri cittadini ma neppure punitivo. Mi chiedo: ma cosa pensi di trovare costringendo un cronista a togliersi gli slip? Sinceramente siamo davvero alla barbarie».
Come si fa a invertire la rotta e a riportare equilibrio nel rapporto magistrati -giornalisti?
«La magistratura dovrebbe capire che tutelare le fonti è parte di un dovere che i giornalisti hanno verso i cittadini. E rispettare le nostre prerogative. Ci sono troppi tentativi di intimidire la stampa».
Le perquisizioni ai giornalisti sono una specialità italiana?
«Spesso ci si richiama allEuropa. Ma in sede europea perquisizioni finalizzate a svelare la provenienza delle fonti sono state duramente sanzionate. La Corte europea ha condannato il Belgio perché vennero perquisiti ufficio e abitazione di un collega con lo scopo di svelare la provenienza delle fonti».
Non ha limpressione che a volte ci sia un trattamento a intensità variabile da parte dei magistrati, con una fortissima attenzione verso determinate testate e una sostanziale disattenzione per verbali pubblicati da altri giornali?
«Non entro nel merito, mi limito a fare una semplice constatazione. Noto che a volte ci sono evidenti violazioni del segreto dufficio sulle quali non registro alcun intervento da parte della magistratura, altre volte reazioni durissime. Ma probabilmente sono io che sono distratto».
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