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DOMANDE & RISPOSTE

«Una festa, la definirei soprattutto una festa. Tra amici, tra persone che si vogliono del bene e vogliono bene all’Italia. Ci saranno Letizia Moratti, Guido Podestà ma anche una delegazione della comunità ebrea a Milano e dei cristiani copti che, in città, sono circa 7mila».
Magdi Cristiano Allam, euroedeputato e giornalista dalla vita blindata oramai, per la sua conversione dall’islam al cattolicesimo, sintetizza così il grande appuntamento di domani mattina, a Milano con il secondo Congresso Nazionale del suo giovane Movimento «Io Amo l’Italia». Che per l’occasione, o meglio per filiazione, darà ufficialmente alla luce, giusto domani, all’Auditorium Don Bosco di via Melchiorre Gioia, la sua nuova creatura: «Io Amo Milano».
È la vostra discesa in campo in vista delle prossime amministrative meneghine, dunque...
«Un passo avanti irrinunciabile per il nostro Movimento nazionale che, sempre all’interno del centro destra, presenterà liste proprie. La lista “Io Amo Milano”, capeggiata da me , appoggerà quindi pienamente Letizia Moratti. E l’auspicio è quello di favorire il successo del sindaco uscente fin dal primo turno, dato che i sondaggi sono ancora velati da incertezza».
«Io Amo l’Italia» fa presumere che altri non la amino.
«Io amo l’Italia è anche il titolo del mio libro, pubblicato nel 2006 che aveva appunto come sottotitolo provocatorio: Ma gli italiani la amano? Intendiamoci, io non ho dubbio alcuno che gli italiani amino l’Italia ma il problema vero è che molti italiani non sanno come poter amare l’Italia. Cioè non sono messi nella condizione di poter dare il loro contributo. Occorre una mobilitazione generale di cuori e di coscienze. Per questo all’interno di “Io Amo l’Italia” abbiamo istituito un centro di formazione alla vita politica, all’impegno collettivo. Perché all’Italia non serve un salvatore della Patria, servono tante persone di buona volontà disposte a rimboccarsi le maniche».
Berlusconi vi ha dato la sua «benedizione»?
«Nell’incontro che ho avuto il 25 gennaio col presidente Berlusconi a Palazzo Grazioli abbiamo raggiunto un accordo ben preciso: che contempla che ovunque “Io amo l’Italia” sarà in grado di dar vita da una propria lista, potrà partecipare alla corsa elettorale a fianco del Pdl per favorire il successo di un comune candidato sindaco della coalizione. Debbo dire che mi compiaccio che Berlusconi, che potrebbe, mi auguro, fare anche una visita a sorpresa al nostro Congresso, abbia individuato positivamente la presenza di “Io Amo l’Italia”. Perché il nostro movimento con la sua carica di etica e di valori può rappresentare un valore aggiunto e un soggetto capace di aggregare molti italiani disorientati».
Che cosa vi proponete e quale sarà il vostro raggio d’azione?
«Tutto ciò che noi faremo sarà all’interno del popolo di centro destra perché riteniamo che la priorità oggi sia quello di ridare fiducia a quella parte di italiani che avrebbe voglia di arrendersi per le difficoltà che ci sono e per il clima di disgregamento dell’assetto politico. Vogliamo prevenire che parte degli italiani siano tentati dall’astensionismo perché non andare a votare significa sì arrendersi e subire comunque conseguenze di altre scelte politiche. E perché ne sono convinto la maggioranza degli italiani, che si riconosce dei valori del centro destra e del popolo della libertà ha bisogno di certezze e di mantenere la sua identità inalterata».
«Io Amo l’Italia» ha già stretto accordi in altre città?
«Certamente.

Saremo presenti con una lista a sostegno dei candidati del centro destra a Varese dove appoggeremo Attilio Fontana della Lega Nord e a Busto Arsizio a sostegno di Gigi Farioli del Pdl. E ci sono buone prospettive di partecipare con nostri candidati anche alle comunali di Bologna, Torino, Rimini, Adria e Rovigo».

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