Roma - L'Irap è una tassa «inspiegabile a livello internazionale». Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles, non è nuovo alle esternazioni in materia fiscale e ha approfittato di un'intervista concessa a margine del Consiglio Italia-Usa per alzare i toni dopo le difficoltà nelle trattative per il rinnovo del contratto dei dipendenti in Italia.
E così se l'è presa con l'imposta più odiata dalle aziende. «Abbiamo dei vincoli di bilancio ma non è una tassa intelligente», ha detto ribadendo che «se vogliamo rilanciare l'occupazione, non può esserci una tassa che sostanzialmente si basa sui dipendenti che hai». Insomma, un modo per incalzare sia il governo Renzi (pubblicamente appoggiato da Marchionne anche ieri) sia l'Unione Europea. «Non c'è la possibilità di continuare con il discorso tedesco di austerità in conseguenza degli eccessi di bilancio, questa politica ormai non ha più futuro», ha aggiunto.
Osservazioni legittime che giungono alla vigilia del più difficile «Tax Day» degli ultimi anni. Domani, infatti, si accavallerà una tale serie di scadenze fiscali che il ministero dell'Economia ha pensato bene, in zona Cesarini, di disporre alcuni rinvii. Aumentando, però, la confusione. Lunedì 16 giugno, infatti, è il termine ultimo per il versamento della prima rata della vecchia Imu sulle seconde case e della nuova Tasi. Quest'ultima, l'imposta sui servizi indivisibili, dovrà essere pagata in tutti quei Comuni che avevano diligentemente fissato le aliquote entro metà maggio. In tutti gli altri, invece, sarà possibile pagare entro il 16 ottobre.
Come se non bastasse già questa confusione, se n'è aggiunta altra. Un decreto del premier Renzi, d'intesa con il ministro dell'Economia Padoan, ha prorogato di 3 settimane (dal 16 giugno al 7 luglio) il termine per i versamenti derivanti dalla dichiarazione dei redditi, dalla dichiarazione Irap e dalla dichiarazione unificata annuale da parte dei contribuenti che esercitano attività economiche per le quali sono stati elaborati gli studi di settore. Sanzioni minime (0,4%) per i «ritardatari» che pagheranno dopo il 7 luglio ma entro il 20 agosto. Un caos necessario per evitare il collasso dei sistemi, ma che dimostra come anche pagare le tasse in Italia non rientri nel campo delle certezze, ma piuttosto sia paragonabile a giocare un terno al lotto.
In questo mare di lacrime c'è anche qualche notizia meno negativa. La Cgia di Mestre ha infatti ricordato che nel 61% dei Comuni capoluogo di Provincia che hanno deliberato l'aliquota Tasi, la tassa non si applicherà agli immobili strumentali come i capannoni. «Una buona parte dei sindaci - ha dichiarato il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - ha capito che la tassazione ha ormai raggiunto un livello insopportabile. Pertanto, ha deciso di azzerare la Tasi, evitando a molti imprenditori una nuova stangata».
Tuttavia, dal 2011 la pressione fiscale sugli immobili è aumentata in misura esponenziale. L'Imu, infatti, si è dimostrata più pesante dell'Ici, inoltre in questi ultimi anni si è registrato un progressivo aumento della base imponibile che ha costretto gli imprenditori a pagare di più.
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