Yahoo! Donna, giovane, e incinta ed è pure stata nominata amministratore delegato di uno dei maggiori siti internet, con settecento milioni di utenti. Brava; evidentemente se lo merita, perché non sarà stata con le mani in mano dal 1999, quando è stata assunta e aveva 24 anni. Anzi, non si può che immaginare una persona motivata, ambiziosa e appassionata. Che non si sarà mai tirata indietro nel fare straordinari e che non avrà perseguitato il direttore del personale con richieste di permessi e di programmazione di vacanze; che, probabilmente, avrà messo la sua identità professionale al primo posto della gerarchia dei valori. Pur non avendo rinunciato all'amore, né alla famiglia, visto che ha un marito al quale in ottobre darà un figlio.
Brava lei, ma bravi anche gli undici direttori del board di yahoo che, all'unanimità, l'hanno eletta, facendole superare il confronto con numerosi uomini, non incinti né giovani, ma dal curriculum molto più significativo.
Non può che apparire, a chiunque, singolare e impressionante una scelta del genere così poco consueta e, certamente, inammissibile nel nostro paese. Nel quale, se si è bionde, giovani e impudenti, più che aspirare si sospira, magari coltivando il sogno di partecipare, come massima ambizione, al grande fratello. Se si è bionde, giovani e studiose, invece, difficilmente si riesce ad aspirare a obiettivi così importanti. Non solo per i tempi elefantiaci della preparazione professionale di un giovane, ma anche per la necessità di misurarsi con tanti numerosi uomini decisivi, ancora zavorrati dalla mentalità maschilista, che mai si sarebbero sognati di nominare amministratore delegato una giovane gestante. Se non altro, per evitare che chiunque potesse mai pensare alla raccomandazione determinante di un politico, certamente padre del nascituro.
Neppure in Francia, per verità, potrebbe succedere; perché Rachida Dati è stata proprio vittima di questi implacabili rumors, quando si è trovata nella situazione analoga.
Certo, bisogna dire che Marissa Mayer deve essere un fenomeno, un genio direi, se ha saputo sbaragliare il concetto di esperienza riconosciuta, rendendo su questa prevalenti le sue personali capacità professionali, pur acquisite in pochi anni. I suoi competitors erano dotati di esperienza più accreditata che, tuttavia, è stata considerata meno significativa delle straordinarie doti di Marissa. Anche questo è un argomento che in Italia significa meno di zero: l'anzianità, in qualsiasi settore, è un valore aggiunto dominante, un hatout spendibile (e apprezzato) molto più dell'entusiasmo, della creatività, del talento personale.
Per non parlare dell'incidenza negativa della gravidanza: chi mai può sinceramente dire, in questo vecchio mondo, che assumerebbe una giovane incinta di sei mesi, persino se a livelli inferiori quasi privi di responsabilità? Anzi, addirittura le donne, che potrebbero dare lavoro alle donne, fanno calcoli di utilità marginale in base ai quali privilegiano, alla fine, e contro ogni solidarietà, gli uomini, meno impicciati negli affari e negli aggravi di famiglia.
Bisogna dire, a onor del vero, che Marissa è la quinta persona in tre anni a dover guidare il gruppo: i suoi predecessori non si sono dimostrati di grande qualità, ma anche gli undici direttori del board non sono stati diplomatici, né attendisti, nel disfarsene.
Marissa, siamo tutte con te: dimostra che ci sono donne capaci di fare contemporaneamente tante cose e tutte al meglio.
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