Laurea in geologia per la veneta Dal Lago, laurea svizzera per la «nera» Mauro, i due volti femminili della Lega dei triumviri. Pericolante la seconda (martedì a Bergamo il popolo leghista chiederà la sua espulsione, dipietristi e Pd pretendono le dimissioni dalla vicepresidenza del Senato), triumviro in persona la prima, come gamba veneta del tripode che sta provando a sorreggere il Carroccio, terremotato dall’inchiesta (triplice anche quella). La professoressa di matematica delle medie, Manuela Dal Lago da Vicenza, è una vecchia guardia del Carroccio, legatissima all’altro antemarcia Stefano Stefani, anche lui vicentino, designato nuovo tesoriere del partito (di mestiere è gioielliere) dopo l’uscita del «tesoriere più pazzo del mondo», come Belsito dice di se stesso nelle telefonate.
Dal profondo Est viene la deputata veneta, dal profondo Sud Rosi Mauro, originaria di San Pietro Vernotico (Brindisi), emigrata a Milano e poi piombata nella Lega grazie al carattere da mastino sindacale, che conquistò Bossi vent’anni fa. Donna di carattere è anche la Dal Lago, presidente di commissione a Montecitorio, un maschiaccio («In famiglia sono arrivate due femmine, una doveva necessariamente avere passioni da maschio, tipo il pallone, ed eccomi qua»). Tifosissima del Vicenza calcio, quasi ultras (segue tutte le partite in casa e quando può anche le trasferte). «Sono cresciuta a pane e calcio: mio padre era presidente dello Schio e vice del Vicenza. Così alla mattina andavo a vedere i giallorossi e al pomeriggio i biancorossi». Non sembra che il calcio interessi altrettanto la Mauro, a parte qualche visita alle partite della nazionale padana, guidata dal suo amico Renzo Bossi. Se la vicepresidente del Senato è arci-nemica di Maroni, la Dal Lago è arci-nemica del maroniano Tosi. Roba di faide venete, perché di mezzo c’è il congresso regionale della Lega, a giugno, dove il sindaco di Verona ha alte chance di risultare vincitore, prendendo così il posto di un altro amico della triumvira Dal Lago, cioè l’attuale segretario della Liga veneta Gian Paolo Gobbo. Se la Lega passerà in mano, la vendetta verso la Mauro sarà durissima. Nel caso della Dal Lago, mai stata maroniana ma neppure cerchista, non ci sono problemi.
Una viene dalle fabbriche (la Mauro), l’altra dal partito liberale (la Dal Lago). Prima di entrare in Lega la triumvira ha militato nei partiti autonomisti veneti. Ma la carriera politica arriva con Bossi e la Lega nord, nel 1997 viene eletta presidente della Provincia di Vicenza, rimanendoci per due mandati prima di passare alla Camera. La Mauro non ha mai avuto incarichi importanti, prima del 2008. È stata consigliere comunale a Milano, regionale poi in Lombardia, niente di più. La sua opera è stata il Sin.Pa, il sindacato padano di cui è orgogliosa senza che nessuno abbia mai capito quanti sono gli iscritti, cosa faccia questo sindacato, che si scopre ora finanziato con i fondi di Belsito. Nel partito l’immagine delle due leghiste è molto diversa. Manuela Dal Lago? «Donna con le palle» la definì Bossi quando la scoprì, e tale è rimasta. Capelli cortissimi, nessuna tintura, look austero da insegnante vecchio stile, fazzolettino verde immancabile. Una donna di carattere, premiata dai bossiani per la sua avversione a Tosi, ma non sgradita nemmeno ai maroniti più hard. Pessima l’opinione sulla Mauro nella base, che la soprannomina in vario modo, «badante», o peggio. La sua forza, finora, è stato il potere assoluto di Bossi, e l’asse con la moglie del capo. L’energia che da giovane metteva nelle assemblee sindacali, dopo lo ha messo nella marcatura a uomo (o donna) di Bossi. Ha comprato persino una casa a Gemonio per essere più vicina al centro del potere padano.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.