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Due consiglieri del Csm chiedono il trasferimento di Robledo

Alla vigilia del plenum del Csm contro Robledo scendono in campo due consiglieri assai lontani da Magistratura democratica: Nappi (indipendente) e Zanon (centrodestra)

Due consiglieri del Csm chiedono il trasferimento di Robledo

E adesso dentro il Csm prende quota il partito di chi vorrebbe fare pagare il conto delle divisioni interne alla Procura di Milano solo ad Alfredo Robledo, il procuratore aggiunto che con il suo esposto contro il capo Edmondo Bruti Liberati, il 17 marzo scorso, ha dato il via al caso. A sorpresa, alla vigilia del plenum del Consiglio superiore della magistratura chiamato a tirare le fila dello scontro, contro Robledo scendono in campo due consiglieri assai lontani dalla corrente di Magistratura democratica, di cui Bruti è espressione e che lo ha sempre difeso. I due consiglieri sono il magistrato Nello Nappi, indipendente, e il consigliere laico di centrodestra Alberto Zanon. Nel documento che verrà presentato domani al plenum, Nappi e Zanon chiedono che sia aperta una procedura di trasferimento per il solo Robledo, che con le sue accuse alla gestione Bruti avrebbe delegittimato il capo della procura milanese per motivi prevalentemente di risentimento personale. A dimostrare che il "movente" di Robledo nell'andare all'attacco di Bruti aveva radici personalistiche, secondo Neppi e Zanon è il ritardo con cui il procuratore aggiunto avrebbe denunciato irregolarità di cui era a conoscenza già da diverso tempo. Ogni volta che i fascicoli venivano assegnati a magistrati che non ne avevano la competenza, Robledo avrebbe dovuto denunciare la vicenda nei canali ufficiali. Nel loro documento, Zanon e Nappi si rifanno alla legge del 2006 che ha rafforzato il ruolo gerarchico dei procuratori della Repubblica, dando loro la facoltà di derogare alle tabelle interne dell'ufficio per motivi di efficienza e di razionalità. E questo, dicono i due consiglieri, è esattamente quanto accaduto a Milano, dal caso Ruby al caso San Raffaele fino all'Expo.

La mossa dei due consiglieri riapre a sorpresa i giochi in vista del plenum di domani del Csm, che sembrava destinato a chiudere almeno per ora con un sostanziale pareggio lo scontro in corso a Milano: nessun trasferimento per incompatibilità ambientale, né per Bruti né per Robledo; una semplice presa d'atto delle violazioni delle regole interne all'ufficio da parte di Bruti nella gestione di alcuni fascicoli delicati, ma riconoscendo anche che sotto la gestione di Bruti la procura milanese ha svolto con efficienza il suo ruolo. Ora, invece, gli equilibri si sono spostati bruscamente, e a uscire con le ossa rotte dal plenum, se la proposta Neppi-Zanon venisse accolta, sarebbe il solo Robledo.

Ma in ogni caso per Bruti sarebbe una vittoria provvisoria. Perchè anche se passasse domani la proposta di trasferimento di Robledo, sulla testa di entrambi i contendenti resterebbe sospeso il procedimento disciplinare da parte del procuratore generale della Cassazione e del ministro della giustizia. Nella seduta di domani del plenum, lo stesso Zanon sarebbe orientato a confermare la richiesta di impeachment disciplinare per Bruti per la vicenda del fascicolo di inchiesta sulla Sea, per avere dimenticato nella propria cassaforte l'indagine che avrebbe portato a scavare nella privatizzazione degli aeroporti milanesi da parte della giunta di Giuliano Pisapia. E una sanzione disciplinare per Bruti renderebbe difficile la sua permanenza ai vertici della Procura milanese.

Ma questo accadrà non prima di qualche mese, quando l'attuale Csm sarà stato rimpiazzato dal nuovo consiglio scaturito dalle elezioni imminenti tra le toghe italiane.

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