Duello con spot e minacce di querele per prendersi la poltrona di Emiliano

Di Paola (centrodestra) e Decaro (centrosinistra) rinunciano al fair play e passano alle provocazioni

Duello con spot e minacce di querele per prendersi la poltrona di Emiliano

Bari - Hanno combattuto a suon di proverbi in dialetto, snocciolati sulle panchine della città. Hanno girato spot, scritturato incantatori di serpenti, organizzato concerti. Adesso per loro è arrivato il momento della verità. Mimmo Di Paola e Antonio Decaro, i candidati sindaco di Bari che hanno scelto due locali uno di fronte all'altro come quartier generale della campagna elettorale, sono al rush finale del ballottaggio che domani deciderà il successore di Michele Emiliano. Ma a poche ore dal voto il clima di fair play delle scorse settimane sembra un lontano ricordo. Il tempo dei video divertenti - l'ultimo in ordine di tempo è lo spot voluto da Di Paola nel quale due rapinatori vengono intervistati prima del voto e annunciano l'intenzione di non andare alle urne perché «abbiamo già la fatic» (abbiamo già il lavoro). Mentre una voce fuori campo sentenzia: «Se Bari ti piace così non votare Di Paola» - sono lontani anni luce. Da una parte c'è l'ex manager degli aeroporti, in lizza per il centrodestra, che ha annunciato di voler querelare l'avversario del Pd per alcune frasi da lui definite infamanti pronunciate nel corso di un confronto televisivo. Dall'altra c'è il centrosinistra, che non ha gradito l'idea di Di Paola di scritturare il figlio di un noto boss della città - Tommy Parisi - come guest star del concerto di chiusura della campagna elettorale, andato in scena ieri sera nel popolare quartiere San Paolo. Al quale Decaro ha risposto con il «non comizio» definito «l'ultimo chilometro» organizzato sotto forma di camminata nelle vie centro con tanto di dress code arancione.

Ma tant'è, i preparativi sono terminati e adesso Bari è chiamata al voto. Le liste che appoggiano i due candidati ufficialmente non sono cambiate. Decaro ha confermato la volontà di rinunciare a qualunque appoggio esterno.

Di Paola sembra aver definitivamente accantonato l'idea di strizzare l'occhio al pm Desirèe Digeronimo - anche lei candidata e rimasta fuori con il tre per cento delle preferenze - per via della netta opposizione del Movimento politico Schittulli. Nel mezzo c'è il Movimento cinque stelle che al primo turno ha conquistato il 7,6 per cento dei consensi e che ufficialmente non appoggia nessuno. Catturare questi voti potrebbe essere decisivo.

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