L'omicidio perfetto sta andando a compimento. A Silvio Berlusconi prima hanno tolto la libertà personale (sentenza Mediaset), poi quella politica (voto in giunta sulla decadenza), ora, con la condanna Mondadori, quella economica (quasi 500 milioni di euro da versare definitivamente nelle casse di Carlo De Benedetti, editore di La Repubblica). L'asse tra magistratura e sinistra, con il benevolo patrocinio di Giorgio Napolitano, ha sincronizzato il plotone di esecuzione e ora si prepara a godersi lo spettacolo dell'uscita di scena (possibilmente in bolletta) del Cavaliere e della conseguente e inevitabile fine di una Forza Italia potenzialmente vincente.
È stucchevole ribadire che parliamo di tre truffe politico-giudiziarie. Difficile definire credibile che il primo contribuente italiano (per di più senza potere di firma sui bilanci) sia anche un evasore abituale (sentenza Mediaset). Impossibile accettare che una legge (la Severino sulla decadenza dei parlamentari condannati) possa essere applicata in modo retroattivo violando un principio costituzionale. Incredibile che un imprenditore (Berlusconi) sia costretto a risarcirne un altro (De Benedetti, che per di più all'epoca dell'affare si dichiarò felice) con una quantità di soldi senza precedenti e cinque volte superiore all'attuale valore della società (Mondadori) che vent'anni fa si erano spartiti di comune accordo.
Grillo ieri ne ha detta una giusta, che ben si addice alla situazione: «Moderati si muore». A meno di non fare come il fino ieri anonimo sottosegretario Castiglione, un fedelissimo di Alfano, che si è lasciato scappare (non sapendo di essere registrato): se Berlusconi stacca la spina al governo siamo in diversi pronti a mollarlo. Strategia già vista, messa in atto in passato da mezzi uomini, poltronari miracolati che per fortuna non fanno testo né storia.
Ora, non è che qui qualcuno voglia morire, ma lasciarsi accompagnare al cimitero senza neppure poter scegliere prete e carro mi sembra eccessivo. La cronaca è piena di tragedie figlie di eccesso di prudenza, atteggiamento non meno pericoloso della spregiudicatezza.
Dico solo che la casa (delle libertà) sta bruciando e non vedo un andirivieni adeguato di gente con i secchi in mano. È vero che l'acqua rischia di fare più danni del fuoco, ma attenzione che se viene giù il tetto poi addio a tutto. Si vive di libertà, non di governi ostili e inutilmente stabili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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