Lo hanno chiamato Blue, come il vecchio Frank (Sinatra) perché ha gli occhi azzurri e lo sguardo un po’ velato di quella malinconia che pervade i corpi e le anime quando il tramonto, se non l’inverno, avanza deciso sul cammino della vita. Il vecchio Blue è un cane da Pastore Australiano di 11 anni, abbandonato in una cittadina del New Mexico, chiamata Elephant Butte.
Il proprietario di un ristorante si è preso cura di Blue fino alla sua morte, quattro anni fa. I vari tentativi di mettergli un guinzaglio, di fargli accettare un’adozione, insomma di costringerlo alle consuete regole cui quasi tutti i cani si adeguano, falliscono miseramente di fronte alla pervicacia di questo cane che vuole assolutamente conservare uno stile di vita libero, privo di collari e costrizioni. A questo punto i gestori di un altro negozio, davanti al quale Blue spende volentieri suo tempo, decidono di diventarne i «guardiani» non ufficiali. La storia di Blue valica i confini del New Mexico tramite Facebook e il vecchio «Occhi azzurri» arriva ad avere un suo conto in banca e un avvocato, pro bono, nella città di Albuquerque. Addirittura un gruppo di cittadini gli costruisce una sorta di casetta dotta di riscaldamento e aria condizionata. Blue l’adora anche perché la sua «casa» non ha chiavi né lucchetti. Lui va e viene quando vuole.
I problemi nascono due anni fa, quando una donna si lamenta del fatto che Blue spaventerebbe il suo cane quando lo porta a passeggio. Naturalmente anche la cittadina di Elephant Butte ha delle regole per i cani e si decide che, se Blue verrà sterilizzato, i suoi «guardiani» non avranno più problemi. Ma non basta. In seguito a un episodio di aggressione da parte di un Pit Bull, le regole comunali impongono un’assicurazione di 100.000 dollari. Si supera anche questo scoglio, ma i suoi «padroni» trovano nella posta una multa per non avere tenuto Blue al guinzaglio, multa immediatamente contestata e rispedita al mittente. La cittadinanza sta in gran parte con Blue e i suoi «genitori». Ma la legge è legge e, alla fine, sarà l’aula di tribunale a decidere se a Blue debba essere messo collare, guinzaglio e museruola oppure se possano esistere eccezioni. Il 13 giugno, giorno dell'udienza, il tribunale rigurgita letteralmente di cittadini che devono essere ospitati nel giardino retrostante la corte di giustizia. Salomonicamente Il giudice Eunice Kent decide che Owen e Connor potranno tenere libero Blue a patto che stendano una rete elettrificata attorno al loro negozio e alla casetta del cane. «Certamente Blue» ha fatto sapere il giudice «era abituato a essere completamente libero e ora avrà qualche restrizione, ma potrà evitare il collare e il guinzaglio e soprattutto evitare di attraversare la strada obbligando camion e automobili a frenare bruscamente». Non sono convinti i coniugi Owen. «Blue è un cane d’oro con tutti, incapace di fare del male, assolutamente prudentissimo quando attraversa la strada». Racconta la Owen che, due anni fa, ha salvato una bambina gettandosi con il suo corpo contro un padre violento che forse l’avrebbe uccisa, quindi merita la libertà che tanto desidera, prima di morire.
Le ultime notizie parlano di una fronda ai danni di Blue, ordita da pochi cittadini che addirittura minaccerebbero di sparargli di notte. Gli occhi del vecchio Blue guardano malinconici: «Sparatemi pure, ma da cane libero».
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