C'era anche il ventinovenne Ennio Donato tra le sei persone fermate dalle forze dell'ordine nei giorni scorsi per le violente manifestazioni attorno ai cantieri dell'Alta velocità a Chiomonte nella Val di Susa. Martedì il giudice per le indagini preliminari lo ha assegnato ai domiciliari. Il giovane, ritenuto vicino agli autonomi del centro sociale torinese Askatasuna, è figlio di Francesco Donato, magistrato, che dal gennaio 2012 presidente del Tribunale di Asti. Ma Donato, in precedenza, aveva guidato la sezione civile e fallimentare del Tribunale di Torino.
E proprio in quella veste anche lui, in qualche modo, aveva avuto a che fare con le vicende della Val di Susa, decidendo le sorti della società di costruzioni «Italcoge spa»: nell'agosto del 2011 l'azienda - incaricata della realizzazione della recinzione del cantiere dell'alta velocità di Chiomonte - era stata dichiarata fallita dal collegio giudicante di cui proprio Donato senior era presidente. Un incrocio di destini e coincidenze sui binari della vita, oltre che della Tav.Ecco il «clan» anti Tav
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