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Ecco i Paperoni che Renzi non riesce a sforbiciare

Dai 1490 euro al giorno percepiti dal presidente della Corte costituzionale ai 1160 del segretario generale del Senato

Ecco i Paperoni che Renzi non riesce a sforbiciare

Matteo Renzi è tornato a parlare del taglio degli stipendi ai super manager pubblici: "Chiedere sacrifici ai manager pubblici non è una punizione - ha detto ieri a Torino, incontrando i candidati del Pd alle amministrative -. Vi sembra possibile che le famiglie italiane che nel 2000 avevano stipendi da due milioni di lire e oggi da 1.000 euro devono assistere in silenzio ai super stipendi che sono aumentati del 170%? A fronte della sofferenza quotidiana delle famiglie occorreva dare un piccolo segnale dando un limite agli stipendi". Intanto La Stampa, in un articolo intitolato "Gli stipendi degli alti magistrati che doppiano quello del Presidente", punta il dito su una trentina di "uomini d'oro" con indennità intoccabile. Uomini (e donne) che intascano fino a 1500 euro al giorno. Un nuovo capitolo su cui vedremo se il governo avrà la forza - e la volontà - di intervenire.

Ma perché parlando di queste persone - e dei loro maxi stipendi - abbiamo detto che sono "intoccabili"? Il motivo è presto detto: teoricamente il loro compenso è allineato al vecchio tetto dei 303mila euro lordi all'anno (quest'anno salirà a 311mila), limite che vale per la magistratura e gli incarichi della pubblica amministrazione. Questi fortunati incassano molto di più di quanto Renzi vorrebbe (il premier vorrebbe fissare il tetto a 238mila euro, pari all'indennità percepita dal Presidente della Repubblica). Si arriva fino a 545.900 euro, pari a 1490 euro al giorno. Li prende il presidente della Corte costituzionale, Gaetano Silvestri. Il suo stipendio è disciplinato da una legge del 1953, ritoccata nel 2002: il capo della Consulta ha diritto allo stesso compenso del Primo magistrato di Cassazione, maggiorato del 50%, aumentato poi di un altro 20% a titolo di indennità di rappresentanza (quest'ultima non vale ai fini pensionistici). Il totale, come abbiamo detto, è pari a 1490 euro al giorno. Moltissimi italiani non arrivano a quella cifra neanche in un mese di lavoro.

Un altro "uomo d'oro" pagato dallo Stato è il segretario generale della Camera, Ugo Zampetti. Percepisce la bellezza di 470.149 euro. Al giorno fanno 1309 euro. Il segretario generale del Senato, Elisabetta Serafin, si ferma a quota 427mila euro, pari a 1169 euro al giorno. A Montecitorio ci sono altri "alti funzionari" fortunati: percepiscono più di 300mila euro (sette prendono 375mila euro, uno oltre 400mila). A fare la differenza sono gli scatti di anzianità: basti pensare che un consigliere parlamentare percepisce 268mila euro dopo 20 anni di anzianità, che diventato 421mila dopo 40 anni.

Se la passano bene anche all'Avvocatura dello Stato, dove in media ciascuno dei 349 membri porta a casa 274mila euro. Niente male. Il capo ovviamente prende di più: l'Avvocato generale Michele Giuseppe di Pace porta a casa 301320 euro. Il Capo della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, prende 311,658 euro (852 euro al giorno), allo stesso livello del Procuratore generale, Salvatore Nottola (anche lui 852 euro al dì), più o meno come il presidente aggiunto, Giorgio Clemente, che ha un emolumento di 301.320 euro (824 al giorno).

Se ci trasferiamo al Consiglio di Stato la situazione è questa: Giorgio Giovannini, presidente, nel 2013 ha percepito 291mila euro. Poi c'è il segretario generale Giustizia, Oberdan Forlenza (247mila), e due dei sei magistrati del suo ufficio, Anna Leoni (281mila) e Dante D'Alessio (240mila). Altri funzionari percepiscono cifre oscillanti dai 244mila ai 266mila, a seconda dell'incarico e dell'anzianità di servizio.

In questo lungo elenco di corposi stipendi c'è anche un buco nero: alcune amministrazioni dello Stato, infatti, non hanno ancora comunicato i dati. Chissà se Renzi deciderà di fare un censimento completo di tutti gli stipendi pubblici andando a rimpire anche le caselle tuttora rimaste vuote.

Intanto venerdì dovrebbe essere approvato il decreto che "sforbicia" gli stipendi degli alti dirigenti pubblici.

 

 

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