
La distanza tra la sinistra nostrana e il Paese reale era evidente anche prima dei referendum e del quorum molto basso registrato nella giornata di ieri. La decisione degli italiani di astenersi nuovamente dal voto, però, dimostra per l’ennesima volta la differenza della bolla politica della sinistra e dei sindacati che promuovono i referendum e, ovviamente, le istanze dei cittadini comuni. Questo è il ragionamento che la sondaggista Alessandra Ghisleri ha voluto inviare alle oppisizioni guidate da Elly Schlein e soci.
In primis, con un commento tecnico sui quesisti referendari. “Io penso si sia politicizzato uno strumento che servirebbe a decidere altro, dicendo votate per noi o contro di noi e non mettendo al centro l’interesse del cittadino. Sembra che il quadro di disaffezione crescente non insegni nulla a una politica che non aiuta l’elettore a trovare un senso, e che anzi lo allontana. I quesiti erano complicatissimi”, ha esordito. Poi, a stretto giro, la stoccata alle opposizioni: “Il centrosinistra ha infatti dovuto mettere in campo tutti i suoi leader per spiegarli, a differenza del centrodestra, con l’eccezione di Noi Moderati, per ragioni ovviamente opposte. In entrambi i casi, la percezione dell’elettore è stata quella di una contrapposizione politica che travalicava la scelta referendaria”.
Non manca una conclusione aspra: “È mancata anche, a mio avviso, la comprensione, sul tema del lavoro, del ‘che cosa?’ Un certo tipo di tessuto imprenditoriale avrebbe desiderato: era questa la battaglia da
fare? Ripeto: per riportare i cittadini alle urne non serve abbassare il quorum, ma parlare di quello che impatta sulla loro vita. Ecco, potrebbe essere questo un tema di riflessione per il futuro”.