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Eni resta, investe (anche) in Italia E si racconta in uno spot d'autore

Le immagini girate a Barcellona scorrono veloci. Sono piccoli flash di vita quotidiana; schiacciare un interruttore, guardare la tv, avviare un'automobile. Piccoli automatismi, che non ti fanno pensare a quello che nasconde una scintilla di energia. «Ma l'energia», spiega la profonda voce di Toni Servillo, «non arriva»: «si conquista», «si ricerca», «si genera», «come il rispetto, l'impegno e il benessere».
Beh, se il Cane a sei zampe di Eni voleva catturare l'attenzione degli italiani c'è da scommettere che ci riuscirà. Lo spot della nuova campagna istituzionale «Rethink Energy» che partirà domani in programmazione sui network tv, buca il video, incuriosisce e ti trasmette una percezione nuova del gigante italiano dell'energia. L'intento è chiaro: trasmettere immagini che si traducono in pensieri positivi. Tutto sommato, non esiste solo la seccatura a fine mese per la bolletta, l'inquinamento o il petrolio e la benzina sempre più cara. C'è anche la ricerca e la sostenibilità. Che Eni porta avanti in tutto il mondo con la consapevolezza di essere un marchio italiano, messaggio importante proprio in un momento in cui su altri due pezzi importanti dell'industria italiana, Alitalia e Telecom, soffia il vento di un passaggio in mani straniere.
E così, in questo delicato momento economico, Rethink Energy, si trasforma da spot istituzionale a importante campagna informativa zeppa di messaggi subliminali positivi. E infatti non c'è la solita sfilza di offerte promozionali, ma solo una descrizione del lavoro del Cane a sei zampe, marchio di un'azienda impegnata in ricerca, cultura, sostenibilità e investimenti: otto miliardi nei prossimi quattro anni solo in Italia.
Anche l'amministratore delegato del gruppo, Paolo Scaroni, presentando la campagna, si è detto convinto dell'originalità di questo spot perché «non parla dell'energia che produciamo, ma del nostro modo di vivere l'energia». Insomma, l'obiettivo, sottolinea l'ad, «è di spiegare agli italiani come siamo fatti noi, ovvero la più grande azienda del Paese».
Molti in effetti ancora non hanno idea un'idea completa di cosa rappresenti davvero Eni. «Troppo spesso mi capita di incontrare gente convinta che noi guadagniamo vendendo benzina e gasolio agli italiani - spiega l'ad - o che i nostri profitti si reggano sul monopolio del gas, che invece abbiamo perso 15 anni fa». E allora è meglio spiegare meglio ai nostri concittadini che «Eni è internazionale, fa della sostenibilità e della ricerca la sua ragion d'essere». E proprio sulla ricerca Scaroni lancia un vero e proprio appello alla Ue che dovrebbe imitare il modello Usa: «C'è un problema drammatico, l'emergenza energetica dell'Europa che poi si traduce in un'emergenza economica. Dobbiamo vedere se anche noi possiamo vivere la rivoluzione americana dello shale gas».

Bisogna guardare avanti, dunque, fare scelte coraggiose e non limitarsi a pensare di aumentare l'accisa sulla benzina per evitare di ritoccare l'Iva: «I consumi di benzina non fanno che scendere da tempo e non credo che aumentarne il prezzo contribuisca a far crescere questo mercato».

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