Nessuna pietas, nemmeno ora. Nessun cordoglio. Per i "soliti comunisti" l'odio non finisce mai. All'avvilente coro di chi ha sputato veleno persino sulla morte di Silvio Berlusconi si sono uniti pure quelli di Potere al popolo. In questo caso parlare di cinismo sarebbe forse riduttivo: in un post pubblicato sui social dopo la ferale notizia, i militanti del movimento di ultra-sinistra hanno sfogato tutta la loro ostilità verso il Cavaliere, gettando discredito sul suo ruolo politico ricordato anche dal presidente della Repubblica.
"No, non era un grande statista, non era una brava persona. E no, non vogliamo dimostrare il nostro cordoglio", si legge sul profilo Twitter di Potere al popolo. Piuttosto che leggere tali insolenze avremmo preferito assistere a un più avveduto silenzio, rispettoso del luttuoso momento e del dolore provato da molti. Invece no. I "compagni" si sono sentiti in dovere di ribadire la loro storica insofferenza nei confronti dell'ex presidente del consiglio, soffiando ancora una volta sul fuoco dei contrasti e della demonizzazione politica.
No, non era un grande statista, non era una brava persona. E no, non vogliamo dimostrare il nostro cordoglio.#SilvioBerlusconi è stato uno dei loro, un nemico. E come tale va ricordato.
— Potere al Popolo (@potere_alpopolo) June 12, 2023
I soliti comunisti.
"Silvio Berlusconi è stato uno dei loro, un nemico. E come tale va ricordato", hanno scritto i militanti, firmandosi come "i soliti comunisti". E in effetti, quale migliore definizione se non quella auto-attribuita dagli stessi militanti di sinistra. Il dato deprimente riguarda proprio l'incapacità di considerare l'avversario politico come qualcuno che la pensa diversamente. La definizione di "nemico" tradisce infatti una concezione della politica non come arte del dialogo, ma semmai come scontro senza se e senza ma. Anche quando le circostanze richiederebbero invece il riconoscimento del valore del contendente.
Peraltro, la presa di posizione di Potere al popolo non si può nemmeno interpretare come una voce dal sen fuggita. Sul proprio profilo Twitter, infatti, il movimento politico ha rilanciato alcuni messaggi del medesimo tenore. "Nel rispetto che si deve ad ogni morte e al dolore che provoca, rifiuto ogni santificazione di Berlusconi e ogni ipocrisia. Per me resta un nemico che ha rappresentato tutto ciò contro cui è per me giusto lottare", ha scritto ad esempio il sindacalista Giorgio Cremaschi.
E Giuliano Granato, portavoce di Potere al popolo, ha lamentato una "beatificazione a reti unificate" nei confronti del Cavaliere, aggiungendo una valutazione a dir poco contestabile: "Quando il potere impone il pianto per uno dei suoi, saremo almeno liberi di non unirci alle lacrime?".È morto #Berlusconi.
— Giuliano Granato (@Giul_Granato) June 12, 2023
Ed è in corso la beatificazione a reti unificate.
Contro chi osa avanzare qualche critica a Berlusconi, giù con la clava del “è il momento del cordoglio”.
Quando il potere impone il pianto per uno dei suoi, saremo almeno liberi di non unirci alle lacrime?
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