Si dice che la notte porta consiglio. Ma se si aspetta anche la seconda notte per avere un consiglio, e poi una terza, una quarta... non si finisce più e si va in confusione. Meglio lasciare passare (...)
(...) la nottata, certo, ma poi decidere. La società cambia, semplicemente perché trascorre il tempo: in meglio o in peggio, stabilitelo voi, comunque cambia, e chi crede di poter stare fermo al suo posto come un'indomita sentinella a guardia del passato, viene travolto. C'è ancora chi ricorda cosa fosse accaduto il primo dicembre 1970? Il Parlamento italiano aveva approvato la legge sul divorzio. E nel 1974? Referendum per la sua abrogazione: respinto.
Grandi battaglie ideali che, a ripensarle oggi, fanno tenerezza. Si sarebbe difesa l'unità della famiglia senza il divorzio? Non credo proprio: si sarebbe continuato a nascondere con ipocrisia la polvere sotto il tappeto. La famiglia si difende con una cultura che crede nella responsabilità dell'unione di una coppia e nella sua insostituibile funzione di educare i figli. La famiglia si difende con una vera attenzione alle sue necessità economiche. Ma poi, se in questa nostra società del capriccio la responsabilità è considerata da molti un concetto vago o irrilevante, come si può pensare di poter tenere unito quello che si decide di separare per una sciocchezza?
Spesso il dramma della separazione si riduce a una grottesca commedia tra imbecilli. Per far finire questa commedia bisogna aspettare degli anni? Meglio un taglio netto, il più rapido possibile. Certo, lasciamo passare la nottata, però, in queste situazioni, il tempo che passa non porta consiglio, ma incarognisce gli animi, e chi ci va di mezzo sono i bambini. E poi, siamo sinceri: sia che la decisione di divorziare avvenga tra due capricciosi imbecilli, sia tra due persone lucidamente consapevoli di aver sbagliato, non saranno certo gli anni adesso necessari per divorziare a far cambiare opinione. Anzi: può essere terribile il rancore che si annida nei reciproci sentimenti, quando si sceglie di «provare» a stare di nuovo insieme.
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