Roma - «Non sono un evasore, voglio giustizia». Diego Maradona prosegue la sua battaglia contro il fisco italiano, per il quale l'argentino ha un debito di circa 40 milioni (6 per la presunta evasione fiscale, circa 34 di interessi maturati negli anni). Una battaglia che ora approderà al Parlamento europeo, con le due interrogazioni presentate dall'eurodeputato di Forza Italia Enzo Rivellini e dal suo collega spagnolo Zalba. «La risposta entro sei settimane - precisa Rivellini -. In Europa tutti i cittadini sono uguali e Maradona non è stato trattato allo stesso modo. Ha cambiato il calcio, cambierà il Fisco italiano con la sua battaglia». Diego è al fianco di Rivellini nell'angusta sala delle Bandiere nella sede romana degli eurodeputati zeppa di cronisti, fotografi e telecamere. C'è tempo anche per un siparietto con l'inviato delle Iene, che voleva mostrargli un video in cui cercavano di incastrare una persona vicina all'ex calciatore che chiedeva 330mila euro da versare all'estero per fargli ricoprire un ruolo di testimonial. «Hai ragione, il consiglio che ti diamo è di difenderti da chi ti circonda», gli dice Filippo Roma. «Tranquillo, sto attento, non sono un portiere ma mi difendo», si smarca l'ex Pibe de Oro.
«Voglio venire in Italia tranquillamente a vedere le partite e a incontrare gli amici, non per essere perseguitato - dice Maradona -. Io non ho niente da nascondere. E non ho 40 milioni, non li ho neanche mai guadagnati. Io venni a Napoli per giocare al calcio, dei contratti se ne occupavano Ferlaino e Coppola. Loro ora possono girare tranquillamente mentre a me, che ho segnato più di 100 gol col Napoli, mi tolgono gli orecchini o l'orologio. Allenare la squadra? Non vengo in Italia a cercare lavoro, la giustizia è più importante. De Laurentiis mi vuole ambasciatore azzurro? Prima devo risolvere la vicenda col fisco, poi ne parleremo». Il suo legale napoletano Angelo Pisani stringe tra le mani le carte che dimostrano l'estraneità di Maradona e la bozza di un libro con tutta la vicenda («lo presenteremo in giro per il mondo»). «Diego è disposto a versare tre milioni di euro, il 50% della presunta evasione, per l'errore processuale - rivela Pisani -. Abbiamo dimostrato con una sentenza del 1992 e un condono del 93 che gli importi non sono dovuti.
Se c'è un errore siamo disposti a pagare, ma devono provarcelo, il problema è che accertamento e cartella non si trovano...». Maradona resterà a Roma fino a martedì: ieri un salto da Gucci, un'oretta di jogging e cena all'Hilton Cavalieri.